L'ondata dovuta alla variante Omicron è stata meno importante del previsto.
La Task Force Covid-19 aveva stimato, nello scenario peggiore, fino a 10mila ricoveri alla settimana. In realtà ne sono stati registrati al massimo 1'100.
BERNA - Il tema coronavirus occupa ancora le prime pagine dei giornali domenicali. Stando alla SonntagsZeitung in edicola oggi, l'ondata della variante Omicron ha avuto un impatto minore del previsto sul sistema sanitario elvetico.
All'inizio di gennaio, la Task Force Covid-19 del Consiglio federale aveva stimato, a causa della nuova variante considerata molto più contagiosa, fino a 10mila ricoveri alla settimana nel caso peggiore. In realtà ne sono stati registrati al massimo 1'100 a settimana.
«Per fortuna - ha affermato al foglio zurighese la presidente dalla Task Force, Tanja Stadler - i tassi di occupazione nelle unità normali e di terapia intensiva sono risultati del 25-30% più bassi rispetto alle nostre previsioni formulate per lo scenario più ottimistico». Il calo è stato più marcato in Svizzera che nei paesi vicini. Anche il numero di anziani infettatitisi è stato basso.
Personale avventizio, che fare? - Sempre in ambito coronavirus, con la prevista revoca delle misure protettive, migliaia di lavoratori - perlopiù avventizi - dovranno trovarsi un nuovo impiego.
Stando al Matin Dimanche, nei soli cantoni francofoni, Berna escluso, più di 1.200 persone sono state assegnate al monitoraggio dei casi, alla logistica per la somministrazione del vaccino e al tracciamento.
Poiché la maggior parte di loro è stata assunta con contratti a tempo determinato o a ore, queste persone non godono delle normali tutele di legge previste per gli impiegati pubblici: i loro contratti semplicemente non saranno rinnovati e dovranno quindi cercarsi una nuova occupazione. Tale scenario era previsto fin dall'inizio della pandemia, ha spiegato al settimanale Sonia Arnal, portavoce del Dipartimento della Sanità del canton Vaud.
Cantoni: e la responsabilità sociale? - Una spiegazione che non piace però a Daniel Lampart dell'Unione sindacale svizzera (USS), secondo cui i Cantoni dovrebbero fare di più poiché, in materia, hanno anche una responsabilità sociale.
Per Lampart, i Cantoni dovrebbero sostenere per un certo periodo di tempo questi collaboratori nella ricerca di un'occupazione, continuando a impiegarle finché non avranno trovato un ripiego.
Le conseguenze politiche - Il SonntagsBlick si occupa invece delle ripercussioni che la pandemia avrà, o sta già avendo, sulla politica svizzera. Stando al politologo Lukas Golder dell'istituto di ricerca gfs.Bern - lo stesso istituto che si occupa dei sondaggi per le votazioni federali - la pandemia ha portato a una politicizzazione che non si vedeva dall'introduzione del suffragio femminile all'inizio degli anni '70.
Golder si attende che le possibilità di successo dei referendum aumenteranno a causa della maggiore partecipazione dei cittadini, diventati molto più critici nei confronti delle autorità. Una prospettiva che potrebbe sfociare in uno stallo della politica su temi scottanti, avverte l'esperto.
I referendum, fa notare il ricercatore, hanno attualmente un tasso di successo del 35%. Golder mette inoltre il risalto il ruolo sempre più importante che si ritagliano i social media, come YouTube e Telegram, nella formazione dell'opinione pubblica.