Secondo l'ultimo sondaggio di Tamedia, gli svizzeri si dimostrano piuttosto prudenti rispetto al Freedom Day.
La maggioranza di loro propenderebbe per la variante numero due del Consiglio federale. Ma la malattia fa sempre meno paura. Per il 13% di loro «il virus è ormai sconfitto», mentre per il 55% «il peggio sarebbe ormai alle spalle».
BERNA - Mercoledì è un giorno da cerchiare con il pennarello rosso sull'agenda della pandemia. Il 16 febbraio, infatti, il Consiglio federale potrebbe decidere di revocare tutte le restrizioni legate al Covid-19 dando vita, il giorno successivo, al tanto atteso Freedom Day. Questo, però, è uno dei due scenari previsti dal Governo. Il secondo, più cauto, prevede invece degli allentamenti in due fasi, con il mantenimento dell'uso della mascherina e del certificato in alcuni ambiti specifici. Ed è proprio questa seconda variante a essere la prediletta del 53% dei quasi 11'500 svizzeri che hanno partecipato al sondaggio di Tamedia e 20 minuti. Con gli anziani che si dimostrano molto più prudenti rispetto ai giovani che vorrebbero tutto e subito.
Mascherine da mantenere - Per gli interpellati l'uso della mascherina va mantenuto. Ma solo in certi ambiti. Il 66% di loro vorrebbe lasciare l'obbligo sui mezzi pubblici. Il 48% continua a vederle di buon occhio nei negozi, mentre il 47% ne richiede l'utilizzo durante i grandi eventi all'interno. Sono invece pochissimi i sostenitori dell'utilizzo della mascherina dal parrucchiere (26%), sul posto di lavoro (11%) e a scuola (10%). Un 27%, infine, non la vorrebbe proprio più indossare da nessuna parte.
Il Covid-19 non fa (più) paura - Sette intervistati su dieci non hanno paura di sviluppare una forma grave della malattia. Ma non solo. Perché per il 13% di loro «il virus è ormai sconfitto», mentre per il 55% «il peggio sarebbe ormai alle spalle». Anche i sintomi da long-Covid non incutono particolari timori visto che solo il 22% delle persone interrogate li teme.
Il Consiglio federale sotto la lente - La maggior parte degli intervistati appoggia l'agire del Governo federale durante la pandemia. Anche la tempistica della revoca delle misure è stata sostenuta da una persona su due. L'altro cinquanta per cento si è diviso equamente tra chi ha trovato le scelte di Berna «troppo veloci» o «troppo lente». Con i giovani che anche in questo caso avrebbero voluto che le restrizioni cadessero prima e gli anziani un po' più prudenti.
Il sondaggio - Sono 11'411 gli svizzeri (286 i ticinesi) che dal 10 al 13 febbraio hanno preso parte al sondaggio di 20 minuti e Tamedia. Queste rilevazioni vengono condotte in collaborazione con LeeWas, che pondera i dati in base a variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine d'errore si attesta all'1,8%.