Lo ha stabilito un tribunale argoviese chiamato in causa da una coppia di genitori con pareri diversi sulla questione
AARAU - Vaccinare o meno il proprio figlio? Una coppia di genitori residente nel Canton Argovia non si trovava d'accordo sulla questione, allora la decisione è stata presa da un tribunale: il bambino dovrà essere vaccinato, pena una multa di diecimila franchi nei confronti della madre. È infatti quest'ultima che si opponeva alla misura.
Stavolta non si parla del preparato anti-coronavirus, bensì delle classiche vaccinazioni infantili contro difterite, tetano, pneumococchi, morbillo, orecchioni e rosolia. Vaccinazioni che, come detto, non convincevano la madre. Il padre - come riferito dall'Aargauer Zeitung - aveva pertanto chiesto una valutazione da parte dell'autorità. Tale possibilità è infatti consentita quando i genitori non sono in grado di mettersi d'accordo.
Le indicazioni dell'UFSP - La decisione del tribunale si basa quindi in primis sulle relative indicazioni dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), che «raccomanda diverse vaccinazioni neonatali e infantili contro le malattie infettive». E può discostarsi da queste soltanto nel caso in cui la somministrazione possa mettere a rischio la salute del bambino. Una situazione, questa, che non si verificherebbe nel caso in questione, come confermato alle autorità dal pediatra curante.
La madre aveva inoltrato un ricorso contro una prima decisione, sostenendo che la vaccinazione rappresenterebbe un danno fisico per il bambino ed elencando una serie di possibili effetti collaterali. Tale argomentazione non è però stata accolta dal tribunale d'appello, che ha confermato la precedente decisione. La donna è dunque ora obbligata a far somministrare al figlio in età prescolastica le vaccinazioni infantili. Ed è anche costretta a pagare le spese procedurali di 1'000 franchi, come pure 1'300 franchi di spese legali sostenute dal marito.