«È il momento per molti di passare al trasporto pubblico», così la consigliera nazionale Katharina Prelicz-Huber.
«Che ci sia voluta una guerra per arrivare a questo è molto deplorevole», afferma Julia Küng dei Giovani Verdi.
BERNA - Prezzi da capogiro alle pompe di benzina. L'escalation del conflitto Russia-Ucraina ha spinto il costo del carburante a nuovi massimi: mentre qualche settimana fa la benzina si pagava 1,79 franchi al litro, ora si superano i 2,30 franchi. E mentre in molti accusano il colpo, i Verdi non nascondono una certa soddisfazione.
«La mia speranza è davvero che questo sia il momento per molte persone di passare al trasporto pubblico», dichiara la consigliera nazionale dei Verdi Katharina Prelicz-Huber. Altrimenti, sottolinea, i prezzi dovrebbero aumentare ancora di più.
Felice anche Julia Küng dei Giovani Verdi: la situazione deve essere sfruttata come un’opportunità per allontanarsi dai combustibili fossili e avvicinarsi ai mezzi pubblici. Ma, aggiunge, «che ci sia voluta una guerra per arrivare a questo è molto deplorevole». L’esplosione dei prezzi mostrerebbe inoltre quanto realmente siamo dipendenti dall’Estero.
Anche il Movimento per il clima si dice contento dell’aumento dei prezzi del carburante. Ma la voglia di gioire non c’è: le circostanze che hanno portato a questo, ossia la guerra in Ucraina, sono tragiche.
Preoccupato invece Kurt Fluri, consigliere nazionale liberale radicale. «Soprattutto per i commercianti, gli artigiani e i pendolari in generale, questo può diventare un problema finanziario». E, riguardo alla reazione positiva dei verdi, si dice interdetto: «È un po' cinico pensarla così. Dimenticano le persone più povere che dipendono dall'auto e soffrono per i prezzi elevati».