Turbolenze sui mercati energetici e la guerra in Ucraina: le bollette saranno più alte
ZURIGO - Malgrado l'inverno sia stato mite e la primavera sia ormai già iniziata, il costo della bolletta per il riscaldamento continua a salire in Svizzera: sulle famiglie pesano le turbolenze dei mercati energetici, ulteriormente aumentate in seguito alla guerra in Ucraina.
Nonostante il costante calo nell'uso dell'olio da riscaldamento, quasi due terzi di tutti gli edifici in Svizzera sono ancora riscaldati con la nafta o il gas: solo nei nuovi stabili le fonti di energia rinnovabile stanno lentamente guadagnando terreno. In particolare i proprietari di case monofamiliari sono al momento confrontati con aumenti di prezzo notevoli.
Sono oltre un centinaio i fornitori di gas in Svizzera, la maggior parte dei quali di proprietà di città e comuni. Un importante operatore è Energie 360°, ex Erdgas Zürich. La società ritoccherà di nuovo i prezzi del gas il primo aprile di circa il 10%, pari a 1,2 centesimi per kilowattora, indica il portavoce Michael Walser all'agenzia Awp. E non si possono escludere ulteriori aumenti. L'impresa aveva già rialzato il prezzo di 2,2 centesimi per kilowattora nell'ottobre 2021 e nel gennaio 2022. Inoltre, la tassa sul CO2 è aumentata nel frattempo di circa 0,4 centesimi. Questo significa che il prodotto standard (con il 25% di biogas) costerà 12,9 centesimi per kilowattora a un cliente medio che riscalda una casa plurifamiliare dal mese prossimo. Prima di ottobre il costo era ancora di 7 centesimi: ciò significa che il prezzo è aumentato dell'84% in sei mesi.
I clienti di Regionalwerke Baden (RWB) saranno colpiti ancora più duramente. Stando a quanto riferito da 20 Minuten, hanno recentemente ricevuto una lettera che prevede un raddoppio delle tariffe a partire da aprile.
Secondo gli esperti questi sviluppi non sono sorprendenti. L'Europa è molto dipendente dalle importazioni di energia dalla Russia: la paura di possibili blocchi delle esportazioni a causa della guerra ha fatto salire i prezzi del petrolio, del carbone e del gas nelle ultime settimane. Un rapido allentamento della situazione sui mercati delle materie prime non è in vista: nei prossimi mesi molti svizzeri potrebbero quindi ricevere una o più lettere che annunciano ulteriori adeguamenti tariffari.
Sul territorio della Confederazione non viene prodotto gas naturale. Secondo l'Associazione svizzera dell'industria del gas (ASIG) quasi la metà delle importazioni provenivano dalla Russia nel 2020. La Norvegia ha fornito poco meno di un quarto e l'Ue un quinto. L'Algeria era all'origine del 3% delle consegne. Malgrado la guerra l'approvvigionamento dovrebbe comunque essere garantito: attualmente Energie 360° ritiene che le forniture possano essere mantenute nei prossimi mesi. La dipendenza dal gas russo rimarrà però probabilmente elevata.
Da parte sua l'olio da riscaldamento viene usato per riscaldare mezzo milione di immobili privati in Svizzera. A differenza del gas, però, il serbatoio della nafta viene solitamente riempito solo una volta all'anno, spesso in autunno. Molti proprietari hanno già dovuto fare i conti con prezzi elevati nel 2021 e ora la fattura si sta facendo ancora più salata.
Di solito una cisterna contiene circa 3000 litri. Secondo il portale Heizoel24.ch lo scorso autunno un riempimento costava circa 3'000 franchi, con un prezzo di 100 franchi per 100 litri. Attualmente il costo medio è di quasi 150 franchi, ma si è arrivati sino a quasi 200 franchi sulla scia dell'invasione dell'Ucraina. Questo mostra anche l'alta volatilità dei prezzi. Stando agli specialisti tali fluttuazioni proseguiranno ancora, visto il difficile contesto generale.