Per la popolazione elvetica la fornitura di armi è fuori discussione. I risultati del nostro sondaggio rappresentativo
BERNA - «Neutralità non significa indifferenza». È quanto ha detto, lo scorso 28 febbraio, il presidente della Confederazione Ignazio Cassis, annunciando l'adesione elvetica alle sanzioni dell'Unione europea contro la Russia. Ma la Svizzera è davvero ancora neutrale? Un punto della situazione sarà fatto da un rapporto ordinato dal Dipartimento federale degli esteri.
Fatto sta che una larga maggioranza della popolazione elvetica sostiene la decisione della Confederazione di aderire alle sanzioni: i favorevoli sono al 75%, e sono la maggioranza tra gli elettori di praticamente tutti i partiti, eccetto l'UDC (dove si attestano al 48%). Lo si evince da un recente sondaggio rappresentativo di 20 minuti e Tamedia, a cui hanno preso parte oltre 12'000 persone da tutto il paese.
Una neutralità con compromessi? - Chi si dice contrario alla mossa, lo fa perché ritiene che «la Svizzera neutrale» non debba immischiarsi negli «affari esteri», nemmeno in una guerra economica (lo pensa il 51% degli interpellati). Il 25% è invece dell'idea che così facendo la Confederazione non possa fungere da «intermediario neutrale» tra le parti del conflitto.
Appunto, la neutralità. Si tratta di un concetto in cui si può scendere a compromessi? Per il 35% della popolazione la neutralità ha senso, ma deve essere adattata alla situazione. Soltanto il 24% ritiene che non si tratti di una posizione negoziabile. Mentre per il 10% è un concetto ormai superato.
Armi all'Ucraina? Non dalla Svizzera - A fronte del conflitto in Ucraina, l'Occidente non si è mosso soltanto con le sanzioni. Pur senza intervenire direttamente, diversi paesi europei hanno infatti deciso di fornire armi all'esercito ucraino. Una questione, questa, che per gli svizzeri è però fuori discussione: soltanto il 28% della popolazione è convinta che lo debba fare anche la Confederazione (favorevoli che si trovano tra i partiti della sinistra, con una quota del 36% tra i simpatizzanti del PS). Il 68% si dice contrario.
E anche un intervento militare in Ucraina da parte della Nato, per la stragrande maggioranza dei cittadini elvetici è da escludere: lo pensa il 76% degli intervistati (con una quota che arriva al 79% tra le fila dell'UDC). Tra i contrari, come emerge ancora dal sondaggio, prevale la convinzione che un intervento possa sfociare in un conflitto mondiale e nucleare (63%). La maggior parte dei favorevoli (58%) ritiene invece che non si debba abbandonare la popolazione ucraina.
La popolazione elvetica non ne vuole inoltre sapere di un'adesione della Svizzera alla Nato: i favorevoli sono al 27%, i contrari al 67% e un 6% non ha fornito un'indicazione in merito. I “sì” prevalgono in seno a PS, Verdi e Verdi liberali. Però è vista positivamente dal 52% degli intervistati una partecipazione della Confederazione alla cooperazione dell'Unione europea in materia di difesa.
Il sondaggio
Sono 12'437 le persone da tutta la Svizzera che il 16 marzo 2022 hanno preso parte al sondaggio di 20 minuti e Tamedia sulla guerra in Ucraina. Il rilevamento è stato condotto in collaborazione con LeeWas, che pondera i dati in base a variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine d'errore si attesta all'1,5%.