Il rincaro dell'energia sta cambiando le nostre abitudini? I risultati del sondaggio di 20 minuti e Tamedia
BERNA - La guerra in Ucraina si fa sentire sui prezzi dell'energia. In primis con un sensibile rincaro del carburante alle stazioni di servizio. Ma gli aumenti stanno interessando tutto il settore energetico. Una situazione, questa, che anche nel nostro paese sta sollevando interrogativi sulla dipendenza dalla Russia per una parte delle energie fossili (in particolare gas naturale) che consumiamo.
Almeno per quanto riguarda le importazioni di gas dalla Federazione russa, la maggior parte degli svizzeri vorrebbe ora chiudere i rubinetti. Lo si evince da un recente sondaggio rappresentativo condotto da 20 minuti e Tamedia in collaborazione con LeeWas (vedi box sotto). Il 68% della popolazione si dice infatti favorevole a una rinuncia del gas russo, anche se tale provvedimento comporta un ulteriore aumento dei prezzi.
E qualcosa si sta muovendo - sempre secondo il rilevamento - anche sul fronte delle abitudini dei cittadini. In relazione al conflitto in Ucraina e al rincaro delle energie fossili, il 30% degli interpellati (e si tratta soprattutto di over 50) afferma di aver ridotto il proprio consumo energetico. Il 26% è intenzionato a farlo, proprio a causa della guerra. Per il 39% (e qui prevalgono gli under 35) la questione è invece fuori discussione.
Ancora auto e moto per gli under 35 - Il medesimo divario generazionale si osserva nelle abitudini in relazione agli spostamenti con il proprio mezzo privato. Di fronte al rincaro del carburante, il 39% dei cittadini sostiene di utilizzare meno auto e moto (e anche in questo caso si parla in particolare di over 50), mentre il 34% dichiara di non aver cambiato le proprie abitudini (under 35 in primis, come pure chi guadagna più di 5'000 franchi al mese). Soltanto il 7% degli intervistati afferma di optare maggiormente per i mezzi pubblici. Non cambia nulla per un 19% che di solito non usa auto e moto.
L'atomo divide la Svizzera - Sempre nell'ambito dell'energia, si parla anche del futuro dell'atomo. In Europa, ma anche in Svizzera, lo si sta rivalutando come soluzione piÙ efficiente ed ecologica per soddisfare la crescente necessità di energia. Sul tema la popolazione elvetica è spaccata in due, come emerge dal rilevamento. Per il 47% dei cittadini (si tratta in particolare di elettori PLR e UDC) la Confederazione dovrebbe infatti pianificare la costruzione di centrali nucleari di nuova generazione. Si dice contrario il 48%, mentre un 5% non ha espresso un'opinione in merito.
Il sondaggio
Sono 12'437 le persone da tutta la Svizzera che il 16 marzo 2022 hanno preso parte al sondaggio di 20 minuti e Tamedia sulla guerra in Ucraina. Il rilevamento è stato condotto in collaborazione con LeeWas, che pondera i dati in base a variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine d'errore si attesta all'1,5%.