La corsa alla solidarietà e l'accoglienza in Svizzera. Ecco cosa emerge da un sondaggio di 20 minuti e Tamedia
BERNA - Con l'inizio della guerra in Ucraina, nei paesi occidentali è partita una vera e propria corsa alla solidarietà. Anche in Svizzera. Dapprima con svariate raccolte di beni di prima necessità, poi con l'accoglienza di migliaia di profughi in fuga dal conflitto.
Proprio sul fronte dell'accoglienza, per chi arriva dall'Ucraina il Consiglio federale ha di recente attivato lo statuto di protezione S, che permette agli sfollati di evitare la normale procedura di asilo e garantisce loro l'accesso al mercato del lavoro. Una decisione, questa, che trova il sostegno della stragrande maggioranza della popolazione: i favorevoli sono infatti al 78%. È quanto emerge da un recente sondaggio di 20 minuti e Tamedia.
Solo per i profughi ucraini - Il provvedimento è riservato esclusivamente a chi fugge dal conflitto in Ucraina, quindi non a chi arriva da altre regioni di crisi come la Siria o l'Afghanistan. Nelle scorse settimane c'è tuttavia chi ha chiesto di estendere tale trattamento anche agli altri profughi di guerra. Una proposta che non piace: il 66% degli interpellati si dice contrario, il 31% è favorevole, mentre il 3% non fornisce alcuna indicazione.
E per quanto riguarda l'accoglienza dei profughi dall'Ucraina, la maggior parte dei cittadini (50%) ritiene che il numero di persone a cui concedere asilo vada definito in base alla situazione. Per il 25% andrebbero invece accettate tutte le richieste, senza limiti.
Denaro e beni di prima necessità - Nel frattempo in tutto il paese sono in molti (secondo il sondaggio il 60% dei cittadini) coloro che in queste settimane hanno fornito o stanno fornendo un contributo di solidarietà nell'ambito della crisi dovuta al conflitto in Ucraina. Si tratta soprattutto della donazione di denaro (77%) o di beni di prima necessità (26%). Un 11% degli intervistati dichiara inoltre di voler ospitare presso il proprio domicilio dei rifugiati.
Il sondaggio
Sono 12'437 le persone da tutta la Svizzera che il 16 marzo 2022 hanno preso parte al sondaggio di 20 minuti e Tamedia sulla guerra in Ucraina. Il rilevamento è stato condotto in collaborazione con LeeWas, che pondera i dati in base a variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine d'errore si attesta all'1,5%.