Negli ultimi due anni, il gruppo di esperti è più volte finito sotto i riflettori e ha scatenato accese discussioni.
In un rapporto appena pubblicato, la Task Force traccia un bilancio della pandemia, ammette alcuni errori di valutazione e di comunicazione, e volge lo sguardo al futuro.
BERNA - Soddisfazione per il lavoro svolto, ma anche qualche mea culpa. A ridosso del suo scioglimento (previsto per domani), la Task Force Covid-19 ha pubblicato un rapporto di quasi 40 pagine in cui gli esperti hanno ripercorso i due anni di pandemia e formulato raccomandazioni per il futuro. Complessivamente si danno un buon voto, anche se non tutto ha funzionato bene in termini di comunicazione.
Dopo che il coronavirus è stato rilevato per la prima volta in Svizzera nel febbraio del 2020 - ricordiamo - è stato deciso di riunire un gruppo di scienziati di varie discipline (la Task Force appunto). Questi esperti si sono incontrati a intervalli regolari, scambiandosi opinioni sulle raccomandazioni che servivano alla politica per una gestione più efficace possibile della pandemia. Diversi rappresentanti, come Marcel Tanner e poi Tanja Stadler, sono diventati dei punti di riferimento su tutto ciò che riguardava il Covid-19. I loro pareri tuttavia non sempre si sono rivelati azzeccati: errori che hanno suscitato critiche che talvolta si sono trasformate in veri e propri attacchi. Ad esempio, dopo le prime previsioni sulla diffusione della variante Omicron, con il senno di poi troppo allarmistiche.
È stato un periodo molto intenso, che ha lasciato il segno, ammettono ora i membri della Task Force: «Innanzitutto è stato essenziale chiarire alla popolazione che non vi era interferenza nelle decisioni politiche: la scienza consiglia e la politica decide», viene sottolineato. Fra i punti da migliorare, vi è invece la cooperazione e la comunicazione: «Sarebbe utile se le informazioni fossero messe a disposizione di tutti i dipartimenti federali e non solo di singoli organismi», scrivono gli esperti. Al contrario, nella loro relazione finale i responsabili elogiano esplicitamente la cooperazione all'interno della commissione. La comunicazione è stata «rapida e trasparente». Soddisfatti anche per la composizione interdisciplinare della Task Force: rispetto ad altri paesi, l'organismo ha riunito una vasta gamma di competenze (sanitarie, sociali, economiche, e altro ancora).
Nel complesso, la Task Force giudica raggiunti i suoi obiettivi principali. Il pubblico ora ha «una comprensione di come viene trasmessa la SARS-CoV-2, di quali misure rallentino la diffusione e di come i vaccini possano essere utilizzati per proteggersi». Ad esempio, è maggiormente chiaro che indossare la mascherina e mantenere le distanze può essere d'aiuto anche per evitare la trasmissione dell'influenza stagionale. La priorità assoluta dovrebbe ora essere il monitoraggio della trasmissione del virus nel Paese. Gli esperti fanno riferimento anche al Long Covid: occorre fare di più per capirlo.