Le dichiarazioni del presidente della Confederazione non sono piaciute al Cremlino.
La portavoce del Ministero degli esteri Maria Zakharova chiede a Berna «di trattare obiettivamente e fedelmente i fatti» accusando Cassis di «smemoratezza e interpretazione arbitraria di fatti storici per opportunità».
BERNA - Le dichiarazioni del presidente della Confederazione Ignazio Cassis sul conflitto in Ucraina hanno suscitato dure reazioni in Russia. La portavoce del ministero degli esteri Maria Zakharova ha criticato aspramente Cassis per le sue nozioni storiche e il Consiglio federale in relazione alla neutralità svizzera. L'ambasciata russa a Berna ha diffuso oggi una presa di posizione della Zakharova su Twitter. In essa si legge che, in un'intervista al giornale lussemburghese "Le Quotidien", il responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha «annunciato» il 7 aprile la fine «dell'era in cui, dalla conclusione della seconda guerra mondiale, nessun paese sovrano e democratico del continente è stato aggredito»: ciò non è corretto, sostiene la portavoce della diplomazia russa.
«La Nato nell'Ex Jugoslavia»
Quest'ultima vuole ricordare a Cassis che «l'erosione delle fondamenta dell'era post-bellica e la distruzione del sistema del diritto internazionale risultano dai bombardamenti e attacchi missilistici della Nato sulle pacifiche città della Jugoslavia nel 1999». «La smemoratezza e l'interpretazione arbitraria di fatti storici per ragioni di opportunità politica - aggiunge - è assolutamente inaccettabile». Secondo quel che racconta la storia ufficiale, il 24 marzo 1999 l'Alleanza atlantica aveva attaccato la Serbia per costringere Belgrado a porre fine alle violenze contro la popolazione dell'allora provincia serba del Kosovo. Dopo 78 giorni di attacchi aerei l'esercito serbo si ritirò dal Kosovo; in seguito vennero alla luce gravi crimini di guerra e violazioni dei diritti umani.
«Ignorati dal DFAE»
Stando alla Zakharova, «dopo altri crimini barbarici del regime ucraino a Butcha e Kramatorsk», per cui Berna ha pure convocato l'ambasciatore russo, l'8 aprile il DFAE «ha ignorato le nostre ampie dichiarazioni e addossato ciecamente tutta la responsabilità alla Russia». «Condanniamo aspramente simili dichiarazioni» e «chiediamo a Berna, che cerca insistentemente di posizionarsi quale "intermediario onesto" e neutrale, di trattare obiettivamente e fedelmente i fatti».
«Giudicheremo le "belle parole" svizzere»
Mosca spera inoltre che il governo svizzero non consideri «solo belle parole» le assicurazioni sull'inviolabilità della neutralità, scrive la portavoce. «I passi concreti di Berna dimostreranno quanto sono oneste queste parole. Su questa base giudicheremo la vera "qualità" dello status neutrale della Confederazione svizzera», conclude con tono lievemente minaccioso. Il Cremlino ripete da settimane che la responsabilità dei massacri ricade sull'Ucraina.