Attualmente si contano cantoni a cui sono stati attribuiti troppi rifugiati. Ora l'assegnazione sarà ottimizzata
BERNA - L'attribuzione dei profughi ucraini con statuto di protezione S ai cantoni va ottimizzata. È quanto fa sapere oggi la Segreteria di Stato della migrazione (SEM), sottolineando che al momento si contano cantoni che si trovano con un numero di profughi maggiore rispetto a quanto previsto dalla chiave di riparto proporzionale alla popolazione.
Una situazione, questa, in cui si trova anche il Ticino, come affermato di recente da Manuele Bertoli, presidente del Governo cantonale: su oltre 25'000 rifugiati che hanno ottenuto il permesso S in Svizzera, sono quasi 2'000 quelli attributi al Ticino. «Si tratta di una quota elevata rispetto a quella che dovrebbe essere la nostra quota originaria del 4%».
Ma come si è giunti a tale ripartizione “disordinata”? La SEM spiega che è dovuto al fatto che molti profughi hanno trovato alloggio presso privati già prima della registrazione. E sono poi stati assegnati ai cantoni delle famiglie ospitanti. Lo stesso vale per quei rifugiati che avevano già dei parenti in determinati cantoni.
Ora si tratta però di riequilibrare la situazione. I profughi che non hanno rapporti con privati in Svizzera saranno assegnati ai cantoni in maniera tale da rimediare, per quanto possibile, alle diseguaglianze venutesi a creare. E d'ora in poi la chiave di riparto sarà applicata, in linea di principio, anche alle persone che al momento della registrazione indicano di disporre già di un alloggio presso privati. «Verrà fatto il possibile per accogliere le richieste di assegnazione a un dato cantone per validi motivi» si legge in una nota della SEM.
Inoltre, lo Stato maggiore speciale Asilo ha deciso che d'ora in poi le domande di cambiamento di cantone saranno accolte unicamente a titolo eccezionale e per fondati motivi, per esempio per garantire l'unione di un nucleo familiare o una possibilità 'impiego. «Questo per evitare nuovi squilibri tra i cantoni» conclude.