La vecchia è fredda e umida d'inverno, bollente d'estate.
Per questo va in porto il progetto di una nuova struttura, con più comfort e adeguata a ospitare i 135 "angeli custodi" del Papa previsti dal nuovo organico deciso dal 2015.
CITTÀ DEL VATICANO - D'inverno fa freddo ed è umido, d'estate fa talmente caldo che tra commilitoni la chiamano "California". È la caserma delle Guardie Svizzere, una costruzione datata e ormai non adeguata anche ai numeri del contingente che sono cresciuti.
Per questo va in porto il progetto di una nuova caserma, con più comfort e adeguata a ospitare i 135 "angeli custodi" del Papa previsti dal nuovo organico deciso dal 2015.
A raccogliere fondi per la nuova realizzazione è la "Fondazione per il Restauro della Caserma della Guardia Svizzera Pontificia in Vaticano" che il 4 maggio firmerà un protocollo d'intesa con la Segreteria di Stato vaticana.
«Questo importante atto ha luogo nel contesto delle celebrazioni per il solenne giuramento della Guardia Svizzera Pontificia, che commemora il sacrificio eroico delle 147 guardie cadute durante il 'Sacco di Roma' in difesa di Papa Clemente VII», sottolineano le stesse Guardie Svizzere.
La caserma, una costruzione storica del diciannovesimo secolo, è all'interno delle mura vaticane, subito dopo Porta Sant'Anna. È di fatto la via d'ingresso più frequentata perché da lì si arriva subito alla farmacia, all'annona e anche ad altri servizi che vedono la presenza di pellegrini, come il servizio fotografico dell'Osservatore Romano e l'Elemosineria che, oltre a operare per aiutare i più bisognosi, distribuisce le gettonatissime pergamene di auguri benedette dal Papa.
Per questo i lavori cominceranno nel 2026, dopo la fine dell'Anno Santo del 2025. In pieno Giubileo «un cantiere sarebbe un problema», sottolineava qualche giorno fa la fondazione svizzera. Difficile a questo punto raggiungere l'obiettivo del 2027, quando si celebreranno i 500 anni del Sacco di Roma.
Le attuali camerate, che ospitano fino a dieci guardie, con i bagni in comune, dovrebbero essere sostituite da mini-appartamenti con bagno privato per accogliere una o due guardie. Ma è pensabile che verranno predisposti dei locali capaci di ospitare anche quei soldati che hanno famiglia. Con questo progetto la caserma delle Guardie svizzere si adegua per poter ospitare, in futuro, anche donne-alabardiere. È una prospettiva al momento solo sulla carta perché l'esercito più piccolo del mondo è «un Corpo esclusivamente maschile», come sottolinea lo stesso sito ufficiale.
La fondazione, presieduta da Jean-Pierre Roth, ex presidente della Banca Nazionale Svizzera, avrebbe già raccolto oltre 42 milioni di franchi, comprese donazioni di privati e di fondazioni. Per il completamento dell'opera si parla della necessità di arrivare ad un budget tra i 45 e i 50 milioni di franchi. I dettagli verranno però resi noti la prossima settimana.