Si tratta di uno stabile per sportivi d'élite dell'esercito. Si registrano problemi procedurali
BERNA - La realizzazione di un nuovo edificio per sportivi d'élite dell'esercito a Macolin (BE), dove già si trova il Centro sportivo nazionale, subisce ritardi di entità indeterminata. Lo indica oggi l'Ufficio federale delle costruzioni e della logistica (UFCL) spiegando l'inconveniente con problemi procedurali.
La nuova costruzione è necessaria per far fronte al graduale aumento del numero di reclute all'anno, da 70 a 140, deciso dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) per potenziare la promozione dello sport di punta. La crescita di questi numeri, che si accompagna a quella dei giorni di corsi di ripetizione, sta portando l'Ufficio federale dello sport (UFSPO) al limite delle sue capacità, si legge in un comunicato.
Come per tutte le proprietà del Centro sportivo nazionale di Macolin (CSM), l'UFCL assume la funzione di committente e il 23 novembre 2021 ha presentato al Comune di Evilard/Macolin una domanda di costruzione, e questo nel pieno rispetto dalla prassi corrente, sottolinea la nota.
La procedura cantonale non è quella giusta - Il Comune ha successivamente trasmesso la domanda alla Prefettura di Bienne. Quest'ultima ha deciso il 4 aprile 2022 che si trattava di una costruzione militare e di non poter entrare nel merito della domanda per mancanza di competenza.
Di concerto con l'UFSPO, l'UFCL ha deciso di non presentare ricorso contro questa decisione presso il Dipartimento cantonale bernese dei lavori pubblici e dei trasporti. Ora andrà quindi applicata la procedura di approvazione dei piani per costruzioni e impianti militari. L'UFCL mantiene il suo ruolo di committente, mentre il DDPS sarà responsabile dell'approvazione.
Con il passaggio dalla procedura cantonale alla procedura di approvazione dei piani di costruzioni militari, il processo per l'autorizzazione edilizia ricomincia da capo. Ne consegue che i termini fissati per l'inizio dei lavori a metà di quest'anno e la messa in esercizio tra fine 2024 e inizio 2025 «non sono più realistici. Al momento non è possibile stimare concretamente i ritardi nella realizzazione».