Il consigliere nazionale Gugger chiede di adottare provvedimenti. Il Partito Pirata: «Con la VPN si aggirano le misure»
BERNA - Per i bambini è troppo facile accedere alla pornografia presente online. Lo sostiene il consigliere nazionale Nik Gugger (PEV), sottolineando che in media il primo contatto non filtrato con contenuti vietati ai minori avviene a undici anni. E nonostante in Svizzera sia vietato rendere accessibile la pornografia agli under 16, i fornitori web non prendono alcun provvedimento.
Il deputato chiede pertanto che in Svizzera i bambini siano protetti meglio dalla pornografia su internet. Una proposta che lunedì il Consiglio nazionale ha approvato con una maggioranza di due terzi. «Il Governo federale non sa quanto sia grande il divario tra diritto e realtà, e non vuole nemmeno ammetterlo» afferma Gugger. L'offerta pornografica disponibile gratuitamente sul web - aggiunge - è illegale e costituisce una massiccia violazione della protezione dei minori. Il Consiglio federale si ritrova quindi con una legge che non viene attuata.
L'intenzione è di chiamare in causa i fornitori dei servizi di telecomunicazione. In sostanza, in futuro Swisscom, Salt, Sunrise & Co. dovrebbero consentire l'accesso unicamente ai siti pornografici che prevedono un provvedimento tecnico che i minori di sedici anni non possano aggirare con un semplice clic. Per Gugger la misura più semplice potrebbe per esempio essere la verifica dell'età per mezzo di una carta di credito. «I più giovani non ne possono ottenere una».
Tale provvedimento andrebbe innanzitutto adottato dagli stessi gestori dei siti web che offrono contenuti pornografici. E se questo non avvenisse, allora le pagine in questione dovrebbero essere bloccate dagli operatori elvetici. «La Germania lo sta già facendo. Una nota piattaforma ha rifiutato di fissare un limite di età ed è stata bloccata». Gugger è ora fiducioso che la sua proposta sarà approvata anche dal Consiglio degli Stati. «Il Governo federale dovrà allora trovare una soluzione oppure convivere con il fatto che l'articolo 197 del codice penale non viene attuato».
Anche Public Health Svizzera ritiene che bambini e adolescenti debbano essere protetti dal consumo di pornografia. L'associazione fa riferimento a degli studi, secondo cui un consumo intensivo di materiale over 18 ha conseguenze psicologiche e fisiche sui più giovani. Sebbene soltanto una piccola percentuale di adolescenti abbia problemi nella gestione della pornografia, fino al cinquanta percento di quelli che sono stati autori di molestie sessuali ne hanno consumata in maniera eccessiva. La responsabile di Public Health Svizzera, Corina Wirth, chiede dunque che si trovi una soluzione per proteggere i bambini, senza limitare eccessivamente l'economia.
La proposta di Gugger è stata bocciata da PLR, Verdi liberali e una maggioranza dell'UDC. Tra questi si conta anche il capogruppo UDC Thomas Aeschi: «Si tratta di un'iniziativa populista che non è praticabile» afferma. «Esistono già oggi possibilità tecniche per aggirare le barriere proposte da Gugger». Lo conferma il Partito Pirata: «Qualsiasi utente può configurare una VPN e aggirare qualsiasi misura».