Sono molti i rinvii revocati dal Ministero pubblico o dai giudici.
Viene infatti di frequente applicata la clausola di hardship, concessa quando si ritiene che l'espulsione dal Paese arrecherebbe uno svantaggio particolarmente grave al condannato.
BERNA - Fuori in teoria. Dentro nella pratica. Sono 1’895 le persone che nel 2021 sono state espulse dalla Svizzera per aver commesso reati gravi. Una cifra, questa, che però dovrebbe essere decisamente più elevata. Nel 41,2% dei casi in cui l’espulsione doveva avvenire, questa è infatti stata revocata.
Oggi in terra rossocrociata i rinvii si basano su una disposizione relativamente nuova del codice penale. Questa elenca i reati per i quali una persona condannata deve obbligatoriamente lasciare la Svizzera, per un periodo compreso tra i cinque e i 15 anni. Sono ad esempio inclusi omicidi intenzionali, furti con scasso, atti sessuali con bambini e crimini come il genocidio.
Per far cadere l’allontanamento dal Paese basta però relativamente poco. Se il Ministero pubblico o il giudice ritengono che il rinvio danneggerebbe troppo pesantemente il condannato può infatti essere applicata la clausola di hardship (dall'inglese hardship clause), che permette la revoca dell’espulsione.
La frequenza con la quale l'allontanamento dal Paese non si realizza varia però di molto in funzione del crimine stesso. Il tasso di espulsione effettiva è infatti solo del 9% tra chi si è reso colpevole di pornografia criminale, e del 34% per i pedofili. Al contrario, la percentuale supera l’88% nella categoria "Omicidio intenzionale".
Omicidio intenzionale: 35 detenuti, 31 deportazioni (88,6%)
Lesioni corporali gravi: 66 detenuti, 31 espulsioni (47%)
Furto con scasso: 487 detenuti, 317 sfratti (65,5%)
Pornografia criminale: 177 detenuti, 15 deportazioni (9%)
Atti sessuali con fanciulli: 50 detenuti, 17 deportazioni (34%)
Ci sono però anche tipologie di reato verso le quali i giudici non hanno mostrato alcuna clemenza. È il caso, ad esempio, dell'assassinio: il 100% dei condannati è stato espulso dal Paese, nel 2021 come negli anni precedenti. Stesso risultato, con dieci rinvii effettivi su dieci teorici, per favoreggiamento della prostituzione.