Crescono i prezzi e l’insicurezza rispetto all’approvvigionamento. La soluzione potrebbe però trovarsi in casa nostra.
In Ticino, secondo l'ex imprenditore Pietro Oesch, vi sarebbe infatti una quantità di gas naturale sufficiente per soddisfare il fabbisogno delle prossime generazioni.
BELLINZONA/BERNA - Finlandia, Polonia e Bulgaria. Paesi Bassi e Danimarca. Si allunga, minacciosa, la lista dei Paesi europei verso i quali la Russia ha interrotto le forniture di gas. Nel frattempo, anche la Svizzera fa fronte a prezzi esorbitanti e crescenti difficoltà di approvvigionamento. E mentre si cercano nuove soluzioni, qualcuno guarda al Ticino.
Un tesoro energetico nel sottosuolo ticinese - Con il gas presente nel nostro cantone «potremmo produrre abbastanza gas naturale da coprire tutto il fabbisogno della Svizzera». Lo riferisce al Tages Anzeiger l’imprenditore Pietro Oesch, ora pensionato, che alla fine degli anni ‘90 aveva investito 2,7 milioni in indagini e misurazioni volte a vagliare l’estrazione di gas naturale proprio dal nostro terreno. «In Ticino ci sono grandi giacimenti di gas naturale dormienti nel sottosuolo che potrebbero essere sfruttati nel giro di due o tre anni». E la quantità sarebbe sufficiente per soddisfare la domanda delle prossime generazioni.
Il gas nostrano come arma contro Putin - All’epoca, spiega Oesch, si aveva infine rinunciato all’idea della produzione di gas locale per motivi prettamente finanziari: il gas importato era infatti troppo economico. Ma ora i fattori in gioco sono altri. Se la Svizzera avesse il proprio gas, sottolinea infatti Oesch, non dovremmo temere una chiusura dei rubinetti da parte di Putin.
Qualcosa si muove - Anche il consigliere nazionale UDC Christian Imark è convinto che la Svizzera debba iniziare a sfruttare il gas locale. In una recente interpellanza Imark ha infatti chiesto al Consiglio federale di fornire informazioni dettagliate sul potenziale della produzione di gas nel nostro Paese.
Risorse anche in Svizzera romanda - Oltre che in Ticino, anche nella Svizzera occidentale ci sarebbero infatti importanti giacimenti di gas. Nel 2010, scrive il quotidiano zurighese, l’azienda svizzera Celtique Energie aveva infatti sviluppato un progetto simile a quello ticinese ai piedi del Creux du Van, nel canton Neuchâtel. «Si stimava che i giacimenti di gas potessero coprire il consumo di tutta la Svizzera per dieci anni. Quattro anni dopo il Consiglio di Stato neocastellano, preoccupato per possibili contaminazioni dell’acqua potabile, ha però fermato tutto approvando una moratoria che vietava le trivellazioni per la decade successiva.
Freno a mano tirato - Delle perforazioni di prova sono state effettuate anche nel comune vodese di Noville, sotto il quale è stato effettivamente scovato del gas naturale. «Il tipo di gas trovato», sottolinea l’imprenditore Philippe Petitpierre, «non necessita di intervenire con una fratturazione idraulica dello strato roccioso o prodotti chimici». Ma anche nel Vaud, come nel canton Neuchâtel, la politica ha infine deciso di bloccare l’estrazione.