Il presidente dell'UDC fa pressioni sul Parlamento per ridurre in tempi brevi i costi dell'energia.
Una mobilitazione della popolazione non è esclusa per sbloccare il problema.
BERNA - Il presidente dell'UDC Marco Chiesa mette sotto pressione PLR e l'Alleanza del Centro in vista della sessione straordinaria, voluta dal suo partito, per discutere dell'aumento del prezzo dell'energia e dei possibili rimedi. «PLR e Centro stanno dissanguando il commercio e l'industria e la classe media!», si legge su un volantino che sarà pubblicato nei prossimi giorni, riferisce il Blick.
Sulla pubblicazione figurano i volti dei presidenti dei due partiti borghesi, il consigliere agli Stati Thierry Burkart (PLR/AG) e il consigliere nazionale Gerhard Pfister (Centro/ZG), ma non sono gli unici presi di mira: anche il deputato ticinese Fabio Regazzi (Centro), presidente dell'Unione svizzera delle arti e mestieri, e il suo collega sangallese Markus Ritter (Centro), presidente dell'Unione svizzera dei contadini, dovrebbero impegnarsi per abbassare i prezzi dell'energia, sostiene il consigliere agli Stati (TI) in un'intervista al quotidiano.
Tutto diventa più costoso ed è necessario agire. Il prezzo elevato della benzina, ad esempio, è un problema enorme. In alcune località, la popolazione paga oltre 2,30 franchi per un litro, sottolinea Chiesa.
«Bisogna agire subito» - L'UDC sta facendo pressione sul parlamento, ma intende anche mobilitare la popolazione: «Con una petizione, una manifestazione o, se necessario, un'iniziativa popolare», afferma il ticinese precisando però che un'iniziativa richiederebbe troppo tempo e i cittadini stanno già pagando adesso. Dobbiamo agire subito e la prossima settimana avremo l'opportunità di farlo, aggiunge.
Il prezzo alto della benzina non riguarda solo il singolo automobilista, ma l'intera catena di fornitura. Carburante più caro significa costi di trasporto più elevati e quindi merci più costose. Anche i costi di riscaldamento sono più elevati. L'Italia, la Francia o la Germania hanno già agito e abbassato i prezzi dei carburanti in modo significativo. Se non si agisce subito saranno la classe media, la popolazione rurale e il commercio a pagare il conto.
Chiesa ha pure evocato la situazione dei gestori delle stazioni di servizio in Ticino e nelle regioni di confine. I residenti oggi passano il confine per fare il pieno e i 75'000 frontalieri che lavorano in Ticino fanno benzina a casa loro ormai. Anche le persone in transito si fermano per il pieno prima di attraversare il confine, sono tutti introiti che mancano.