Avrebbe incitato all'odio contro cristiani, ebrei e musulmani sciiti e approfittato di prestazioni sociali
BIENNE -
Abu Ramadan deve rispondere oggi, al tribunale regionale di Bienne, delle accuse di discriminazione razziale e truffa. L'imam, ora 69enne, dichiara che non ha mai pregato «di distruggere i nemici dell'Islam» e che le sue affermazioni sono state tradotte male.
Durante un sermone nella moschea Ar'Rahman (la misericordia) di Bienne, il 7 luglio 2017, avrebbe incitato all'odio contro cristiani, ebrei e musulmani sciiti. Il predicatore avrebbe anche approfittato di prestazioni sociali indebite tra il 2003 e il 2017, per quest'ultimo presunto reato le indagini sono «estremamente complesse» come ha dichiarato il ministero pubblico dopo una denuncia delle autorità di Nindau (BE), inoltre «l'accusato non ha collaborato all'inchiesta».
L'imam libico aveva dichiarato al comune di non avere né reddito né patrimonio, ma secondo le indagini della procura l'uomo organizzava pellegrinaggi ottenendo così in parte un reddito concreto. L'imputazione di ricezione illegale - secondo la procura - sarebbe quindi fondata.
Abu Ramadan ora usufruisce di un permesso C di domicilio e qualora dovesse essere riconosciuto colpevole, sarà espulso dalla Svizzera.