La nuova strategia del Consiglio federale sarà incentrata su alimenti sani e sulla riduzione degli sprechi.
«Dobbiamo essere consapevoli dell'impatto ambientale di ciò che consumiamo» ha sottolineato il consigliere federale.
BERNA - Dall'agricoltore al consumatore, tutti giocano un ruolo nel garantire la sicurezza alimentare della Svizzera. È il mantra contenuto nel rapporto approvato dal Consiglio federale per un'agricoltura e un settore agroalimentare sostenibili.
Tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021, le Camere federali hanno sospeso la revisione della Politica agricola a partire dal 2022 (PA 22+) invitando il governo a presentare un rapporto sulla direzione futura del settore primario elvetico. La nuova strategia, presentata ai media oggi, considera il sistema alimentare nel suo complesso.
«L'agricoltura da sola non può garantire la sicurezza alimentare. Il consumatore ha una forte influenza sulla filiera e deve essere responsabilizzato», ha esordito il ministro dell'economia Guy Parmelin.
Obiettivi ambiziosi - Entro il 2050, cioè entro una generazione, il Consiglio federale vuole raggiungere obiettivi ambiziosi. I contadini continueranno a produrre più della metà degli alimenti in Svizzera, ha spiegato il consigliere federale vodese, egli stesso legato al mondo agricolo in qualità di viticoltore.
La produttività del lavoro sarà aumentata del 50% grazie anche alle nuove tecnologie. Le emissioni di gas serra saranno ridotte del 40% rispetto al 1990. Anche i consumatori dovranno dare il loro contributo: lo spreco alimentare sarà ridotto di tre quarti rispetto al 2020 e la popolazione avrà una dieta sana, ha specificato il "ministro" democentrista.
Quattro linee strategiche - I cambiamenti climatici, la crescente domanda di cibo, le crisi e i conflitti armati rendono urgente la necessità di agire. Il Consiglio federale ha quindi definito quattro linee strategiche. In primo luogo è necessario garantire la resilienza dell'approvvigionamento alimentare. Le basi della produzione, come l'acqua e il suolo, devono essere garantite. Gli effetti dei cambiamenti climatici sulle colture devono essere anticipati e le catene di approvvigionamento devono essere stabili, ha precisato Parmelin.
In secondo luogo, occorre incoraggiare una produzione alimentare più ecologica e rispettosa degli animali. Occorre promuovere le energie rinnovabili, ridurre la quantità di fertilizzanti e i rischi connessi ai prodotti fitosanitari. Il "ministro" dell'economia ha spiegato che se si potesse eliminare il gene che rende lo Chasselas sensibile alle muffe si potrebbero evitare da sei a otto trattamenti antiparassitari all'anno.
In terzo luogo, la sostenibilità deve essere rafforzata migliorando la competitività e anticipando i cambiamenti della domanda. La produzione di proteine di origine vegetale è attualmente un'importante tendenza e saranno necessarie condizioni quadro per sostenerla, ha spiegato dal canto suo Christian Hofer, direttore dell'Ufficio federale dell'agricoltura.
Bisogna ridurre gli sprechi - In definitiva, la Svizzera deve orientarsi verso alimenti più sani e ridurre gli sprechi. «Dobbiamo essere consapevoli dell'impatto ambientale di ciò che consumiamo», ha sottolineato Parmelin.
Il Consiglio federale non deciderà mai che cosa il consumatore possa o non possa mangiare. «Dobbiamo però stare attenti a ciò che buttiamo via. Trecentotrenta chili pro capite all'anno sono decisamente troppi: è inaccettabile», ha affermato.
Il processo di transizione - Il governo ha previsto tre fasi per la realizzazione della sua strategia. Il primo passo è l'iniziativa «Riduzione dei rischi legati all'uso dei pesticidi» che entrerà in vigore il primo gennaio 2023. Ciò consentirà di ridurre l'impronta ecologica.
Il governo chiede al parlamento di riprendere al più presto il dibattito sulla PA 22+. La bozza contiene misure socioeconomiche in linea con le linee direttrice già definite. Per evitare un ulteriore stop, l'esecutivo propone di ritirare alcuni punti controversi, tra cui le modifiche ai pagamenti diretti. I cambiamenti del diritto fondiario rurale dovrebbero invece essere trattati in un progetto separato.
Una prima valutazione sarà effettuata nel 2025-2026 e consentirà di avviare la fase successiva per il 2030-2033. Questa terza fase si concentrerà sull'intero sistema alimentare. A tale riguardo è prevista una riforma in profondità.