I favorevoli alla legalizzazione si sono scagliati contro l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite
«Solo legalizzando, si può tutelare la salute dei consumatori», secondo il Consigliere nazionale Heinz Siegenthaler. Ma non tutti sono d'accordo.
BERNA - È da tempo che si sta diffondendo l'idea di prendere in considerazione un consumo accettato della cannabis, legalizzandola. Passando da Amsterdam ad alcuni Stati del Nord America, anche altri Paesi come la Germania e la Svizzera stanno facendo passi avanti in questa direzione.
Tuttavia, il recente rapporto pubblicato dall'Onu sulla droga potrebbe interferire nel processo di legalizzazione, un qualcosa che non va giù ai fautori di questa soluzione.
Nello studio, lo ricordiamo, si sostiene che il mercato sempre più ampio dell'hashish e della marijuana, in concomitanza con un suo uso sempre più regolare, abbia portato a un aumento della dipendenza e delle malattie mentali in Europa occidentale (accrescendo la pressione su un settore sanitario già in difficoltà).
«Solo legalizzando tuteliamo la salute»
Quindi i politici che sostengono la legalizzazione mettono a rischio la salute mentale degli svizzeri?
«No, affatto», secondo Heinz Siegenthaler, membro del Consiglio nazionale del Centro. Secondo lui, è proprio per proteggere la salute che è importante legalizzare l'"erba": «Solo in questo modo possiamo garantire che il consumatore finale riceva un prodotto che abbia superato i controlli di qualità e per il quale sia chiaro quanto THC contenga. Nel caso dell'alcol, ad esempio il consumatore finale sa anche quanto ce n'è nella birra e quanto nel whisky».
«Basta demonizzare la cannabis»
La consigliera nazionale dei Verdi Katharina Prelicz-Huber è dello stesso parere, e anzi si spinge a criticare aspramente il rapporto delle Nazioni Unite: «Ogni anno è la stessa cosa. Invece di lavorare per una buona politica di prevenzione e contro il mercato nero, l'OMS decide di demonizzare la cannabis».
Per Prelicz-Huber è chiaro: con la legalizzazione, ci saranno meno malattie mentali: «Oggi il consumatore finale non sa cosa sta effettivamente fumando. È importante essere educati e conoscere il rispettivo contenuto di THC del prodotto». Oltre a ciò, è probabilmente necessario un limite massimo fisso di THC, «ma non dev'essere troppo basso, perché in tal caso il mercato nero continuerebbe a prosperare».
I contrari, però, non si smuovono
La consigliera nazionale dell'UDC Verena Herzog è invece fermamente contraria alla legalizzazione: «Uno studio scientifico ha dimostrato anni fa che il 37% di tutti i consumatori di cannabis tende a sviluppare una psicosi. È un numero pazzesco», afferma Herzog, che è anche Presidente dell'associazione Gioventù senza Droga (JoD).
Un altro problema, secondo la democentrista, è che i bambini e i giovani iniziano a farne uso sempre più precocemente. «Abbiamo urgentemente bisogno di una buona campagna di prevenzione nelle scuole», anche perché per lei è chiaro che la legalizzazione aumenterà il consumo. È «irresponsabile ed estremamente miope che si dia più peso alle entrate fiscali che alla tutela dei giovani».