Il trend è chiaro: appartamenti e uffici prendono il posto di club e discoteche
L'ultima "vittima" dei progetti della città sulla Limmat è il noto club X-tra, il cui proprietario promette però battaglia: «Basta, di uffici ce ne sono già abbastanza»
ZURIGO - Questo fine settimana migliaia di giovani si sono messi in coda fuori dal club X-tra di Zurigo, emozionati ed euforici in attesa di assistere al concerto della giovane star della musica internazionale The Kid Laroi.
Mentre tra il pubblico scoppiettava allegria e spensieratezza, l'umore era nero, tra i dirigenti del locale. Questo perché il comune di Zurigo «vuole che il nostro club faccia posto a degli uffici», ha detto sbattendo le mani sul tavolo alla NZZ am Sonntag l'imprenditore Jürg Burkhardt, proprietario del locale X-tra, noto per l'organizzazione di concerti e capace di accogliere 1'500 persone.
Una proposta inaccettabile, per Burkhardt, che sostiene che di uffici «ce ne sono già abbastanza!».
Un settore sotto attacco
Il caso dell'X-tra non è isolato, e non è una prerogativa di Zurigo: in diverse città elvetiche, il mondo della vita notturna è sempre più sotto pressione e in difficoltà.
Sempre per quanto concerne la città sulla Limmat, anche la Maag Hall nell'ovest della città dovrà presto lasciare il suo posto ad edifici residenziali e uffici, ma anche i giorni del Club Zukunft e del Sektor 11 di Oerlikon paiono contati.
A Coira è minacciato tutto il quartiere di vita notturna di Welschdörfli, simile alla Langstrasse zurighese, per far posto a degli appartamenti. «Questo progetto porterà al declino della vita notturna di Coira», ha detto amareggiato Roland Alder, proprietario di un bar nella zona, che aveva fatto - invano - ricorso contro il progetto. A Friburgo, accanto al popolare club Fri-Son, sono stati recentemente costruiti degli edifici residenziali, e ci sono timori per possibili reclami legati alla vita notturna.
La vita notturna, parte della città
Alexander Bücheli, a capo della Commissione Bar e Club di Zurigo, è preoccupato dagli sviluppi: «La vita notturna e la cultura musicale hanno prosperato in spazi temporanei, tipicamente in aree dismesse», «ma nel frattempo vi sono sorti uffici e appartamenti, e le emissioni associate alla vita notturna non sono più tollerate».
D'altra parte, però, ci sono città in cui gli attori principali del mondo culturale e dello svago - consapevoli del problema - sono intervenuti in anticipo, istituendo fondazioni o lobby apartitiche che si occupano proprio della sua tutela. Ad esempio a Basilea, dove è stata istituita "Kulturstadt jetzt!" ("Città della cultura, ora!"), e pian piano la via notturna è diventata accettata, parte della cultura basilese. Ciò accade anche all'estero, nelle città britanniche come Londra e Manchester esistono persino delle figure che possono essere definite "sindaci" della vita notturna, che fanno parte dell'amministrazione e che collaborano con le autorità per gestire problemi e trovare soluzioni.
Occhi su Zurigo
A Zurigo, la pressione invece continua ad essere alta: sempre secondo le cifre ottenute dal domenicale, il numero di locali con autorizzazione per le ore notturne è sceso da 646 a 558 tra il 2013 e il 2020. Secondo Bücheli, da allora altri stabilimenti hanno rinunciato a causa della pandemia. «Allo stesso tempo, la città diventa sempre più giovane», e questo porterà ad una maggior richiesta di «posti dove poter uscire».
Se alla fine il parlamento cittadino dovesse decidere contro il suo club, Burkhardt vuole continuare a lottare. Vista la portata economica del progetto (oltre 20 milioni di franchi), i cittadini avranno infatti l'ultima parola. In tal senso, l'imprenditore ha già un'idea: vuole proporre un "hub musicale" dove, oltre al locale per i concerti, ci saranno spazi di coworking per organizzatori, promotori, agenzie ed editori del settore musicale, modelli già esistenti in alcune città, come ad esempio Amsterdam.