Il 25 settembre andremo a votare sull'iniziativa contro l'allevamento intensivo.
Il Consiglio federale ha respinto l'iniziativa. Oggi il Comitato promotore dell'iniziativa ha presentato le proprie osservazioni
BERNA - Il comitato dell'iniziativa popolare "No all'allevamento intensivo" ha lanciato oggi la campagna a favore del testo che chiede di sancire nella Costituzione la dignità degli animali nell'ambito della detenzione a scopo agricolo e sul quale gli svizzeri sono chiamati a esprimersi il 25 settembre.
I promotori chiedono in particolare un ambiente favorevole agli animali da reddito, ovvero più spazio, lettiere e possibilità di uscire regolarmente all'aperto. Gli standard dovrebbero basarsi sulle linee guida di Bio-Suisse del 2018.
Secondo l'iniziativa, se gli animali - soprattutto i polli - sono tenuti in gruppo, questo deve essere meno numeroso. La macellazione deve avvenire dopo un breve trasporto e in modo che gli animali non soffrano o non si terrorizzino. Per garantire che gli agricoltori locali non siano svantaggiati, le importazioni dovrebbero essere soggette agli standard svizzeri.
La maggior parte degli animali allevati a scopo agricolo deve trascorrere la vita per lo più su pavimenti di cemento e con poco spazio nelle stalle, sottolineano i promotori. Inoltre solo un animale su otto circa può uscire regolarmente all'aperto.
L'iniziativa è stata lanciata dal movimento antispecista Sentience. Tra i promotori del testo ci sono la Fondazione Franz Weber, Greenpeace, ma anche politici di vari orientamenti, come il consigliere agli Stati Daniel Jositsch (PS/ZH), il consigliere nazionale Bastien Girod (Verdi/ZH), nonché rappresentanti degli agricoltori come KAGfreiland e Bio Suisse.
I promotori chiedono di rinunciare alla "massimizzazione del profitto a spese degli animali, degli esseri umani e dell'ambiente", ha affermato il corresponsabile della campagna Philipp Ryf, secondo il testo scritto del discorso, facendo notare che «molti animali vedono il cielo per la prima volta, il giorno della propria macellazione».
La consigliera nazionale Delphine Klopfenstein (Verdi/GE) critica il fatto che metà della terra coltivabile sia utilizzata per produrre mangimi anziché cibo.
La consigliera nazionale dei Verdi liberali bernese Kathrin Bertschy chiede una riduzione del bestiame per contribuire agli obiettivi di sostenibilità. Secondo il comitato d'iniziativa, un consumo eccessivo di prodotti animali può portare a malattie cardiovascolari, diabete e obesità. Inoltre, l'"allevamento intensivo" è un rischio pandemico.
I sostenitori dell'iniziativa non vogliono accettare l'argomentazione degli oppositori per i quali la Svizzera ha una delle leggi più severe in materia di protezione degli animali. L'attuale legislazione non è sufficiente a evitare drastici tagli al benessere e alla dignità degli animali, scrivono.