Non sono da escludere riduzioni delle spese e aumenti delle tasse, se non arriverà la consueta distribuzione degli utili
BERNA - La notizia della perdita di 95,2 miliardi di franchi da parte della Banca nazionale svizzera (Bns) nel primo semestre 2022 è di quelle da far tremare i polsi. Soprattutto agli amministratori pubblici, sia a Berna che nei vari Cantoni.
Il presidente della Bns Thomas Jordan ha invitato alla calma, spiegando che per l'anno in corso la partita è ancora aperta, ma vari esperti si sono già lanciati nel prevedere i possibili scenari legati alla notizia.
L'attuale forza del franco svizzero (bastano 97 centesimi per acquistare un euro) sta rallentando la corsa dell'inflazione, ma comporta notevoli perdite nelle somme depositate nella "pancia" dell'istituto con sede a Berna, ha spiegato a 20 Minuten il professore di Economia dell'università di Berna Dirk Niepelt.
Le "vittime" delle perdite della Bns sono i contribuenti svizzeri in senso lato (in quanto "possessori" della Banca nazionale, spiega Niepelt) e, probabilmente, la Confederazione e i Cantoni.
Una grossa perdita comporterà un calo nella distribuzione degli utili, se non addirittura uno stop. Già oggi UBS, come spiega il Tages-Anzeiger, si è avventurata a prevedere che i contributi da parte della Bns saranno seriamente a rischio nei prossimi anni.
Cosa succederà a livello cantonale, in caso di scenario negativo? Non si potrà escludere che qualche amministrazione «aumenterà le tasse o ridurrà le spese pianificate», ha dichiarato sempre a 20 Minuten Yvan Lengwiler, professore di Economia all'Università di Basilea.
Il cantone di Zurigo, ad esempio, prevedeva in primavera un contributo da parte della Bns di 474 milioni di franchi, sul modello di quanto ricevuto nel 2020. Ora il dipartimento delle Finanze, contattato dai colleghi svizzero-tedeschi, farà un aggiornamento sui conti cantonali in autunno, dopo aver valutato il possibile contraccolpo della notizia odierna.