Il Tribunale penale federale ha chiarito che agenti di società private non vengono considerati delle «autorità»
Un richiedente l'asilo è quindi stato assolto dall'accusa di «violenza e minacce contro le autorità», a seguito di un alterco avvenuto a Zurigo
BELLINZONA - Agenti di sicurezza di una società privata non possono essere ritenuti rappresentanti delle autorità, anche se ingaggiati su incarico dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM).
Lo ha stabilito il Tribunale penale federale (TPF), che ha assolto un richiedente l'asilo dall'accusa di violenza e minacce contro le autorità. L'uomo aveva opposto resistenza quando tre guardie cercavano di immobilizzarlo nel centro federale di Embrach (ZH).
«Nessuna base legale»
Con una sentenza pubblicata oggi, i giudici dell'alta corte con sede a Bellinzona rilevano che nessuna base legale formale consente alla SEM di esercitare in un centro federale una facoltà di coercizione come quella assegnata alla polizia. Di conseguenza la SEM non può nemmeno delegare tale competenza a terzi.
Nel gennaio del 2020, il richiedente l'asilo di origine iraniana ha lanciato sassi contro le finestre del centro, causando danni per circa 5'000 franchi. Le guardie di sicurezza hanno quindi cercato di bloccarlo, e ciò ha portato a uno scontro fisico.
Una mascella rotta
L'iraniano ha ammesso l'atto vandalico e gli è stata inflitta una pena pecuniaria con la condizionale di 35 aliquote giornaliere di 10 franchi. Da allora ha lasciato la Svizzera e ha chiesto asilo in Gran Bretagna.
Il caso non è invece ancora chiuso per le tre guardie. La Procura di Zurigo sta ancora verificando se l'iraniano sia stato colpito alla testa con una pedata o con una torcia elettrica durante il tentativo di bloccarlo. Nello scontro con gli agenti ne era uscito con la mascella rotta.