Non è una certezza ma le aziende Svizzere si preparano. Economiesuisse: «Se non basta, contribuiscano pure le famiglie»
BERNA - Oramai quasi dimenticato il Covid (anche se bisogna vedere come andrà l'autunno) una delle grandi preoccupazioni del futuro prossimo venturo è la crisi energetica che dovrebbe (condizionale d'obbligo) toccare anche la Svizzera con l'arrivo dell'inverno.
E non sono facili allarmismi senza fondamento, lo conferma un relativamente recente briefing degli esperti della Confederazione sui possibili scenari, e un conferenza stampa del Consiglio federale attesa entro la fine del mese in corso accompagnata da una campagna di sensibilizzazione per la popolazione.
La possibile emergenza, lo ricordiamo, è legata alla carenza di gas (che già sappiamo che ci sarà e che ci interesserà) che potrebbe tradursi anche in un ammanco di corrente (della quale invece non si è del tutto sicuri).
In ogni caso, in Europa diversi Paesi sono già corsi ai ripari - per esempio la Germania "spegnerà" i suoi monumenti (e non solo) - e l'obiettivo dichiarato dell'Unione Europea è quello di risparmiare, non solo il gas ma anche tutte le altre riserve energetiche.
In caso di ammanco - va detto - le prime entità a venire interessate non saranno i nuclei domestici ma le industrie e le attività commerciali. E sono proprio queste, scrive il TagesAnzeiger che stanno già pensando a un piano preventivo per continuare a funzionare malgrado le possibili limitazioni.
L'idea, conferma l'interpellata Economiesuisse, è che il mondo del lavoro svizzero sia in grado di ritornare a una sorta di “modalità Covid”, cioè un approccio straordinario e d'emergenza a orari e flussi lavorativi. Solo in questo modo sarà possibile garantire lo svolgimento delle funzioni produttive e di approvvigionamento del Paese.
Come potrebbe cambiare, quindi, il lavoro? Secondo l'organizzazione mantello attraverso orari flessibili e/o ridotte, e anche turnazioni eccezionali. Questo potrebbe portare a un'introduzione di turni più brevi del normale, notturni per una parte della forza lavoro - di modo da limitare il dispendio energetico - così come nei fine settimana e nei festivi.
Nel caso dello scenario peggiore, ovvero quello delle quote di gas ed elettricità che è ancora del tutto nebuloso, la richiesta di Economiesuisse è che vengano toccate anche le famiglie che - al momento - restano un'area protetta per quanto riguarda le misure. Altra cosa da implementare è l'introduzione di un sistema di pooling fra le aziende cosicché «queste possano accordarsi fra di loro, senza l'ostacolo della burocrazia statale».
Berna dagli industriali è però chiamata ad agire su un'altra questione molto delicata, gli aiuti: «Già molte aziende preventivano la crisi nel 2023 per via degli elevati costi di approvvigionamento energetico», spiega l'organizzazione, «in caso di vera emergenza deve quindi essere garantito un accesso non eccessivamente burocratico a strumenti che hanno già dimostrato di funzionare, come la compensazione dell'orario ridotto».