Il presidente della Commissione dell'energia elettrica lancia l'allarme e accusa il Governo: «Non ci hanno ascoltati».
Se si concretizzasse lo scenario peggiore, Berna potrebbe prendere misure drastiche che vanno dalla riduzione dell'illuminazione stradale, allo spegnimento dei neon delle vetrine, fino al divieto di acquistare stufe elettriche.
BERNA - «Blackout» che potrebbero «durare diverse ore» saranno «possibili» durante il prossimo inverno. È il grido d'allarme lanciato sulle colonne della NZZ am Sonntag dal presidente della Commissione federale dell'energia elettrica (ElCom) Werner Luginbühl, che nel contempo punta il dito contro il Consiglio federale, accusandolo di «non aver preso sul serio» gli avvertimenti della EICom.
Lo scenario, nel quale vengono previste interruzioni di corrente per diverse ore, è naturalmente quello peggiore, precisa Luginbühl, che però invita la popolazione a premunirsi. «È consigliabile - sottolinea - fare rifornimento di candele e di legna, per chi possiede una stufa». Detto questo, la situazione causata dai blackout rimarrebbe «gestibile».
Un utilizzo più oculato delle risorse - gas ed elettricità - aiuterebbe ovviamente a mitigare questo scenario. Ma il Consiglio federale - accusa Luginbühl - per troppi anni ha fatto orecchie da mercante agli appelli della sua Commissione. «Attualmente - lamenta - l'elettricità viene usata in maniera totalmente sconsiderata. Una maggiore consapevolezza di questo punto sarebbe già un ottimo punto di partenza per migliorare la situazione». Una situazione che è stata ulteriormente complicata dallo scoppio della guerra in Ucraina. «Gli ultimi mesi - ricorda il presidente della EICom - hanno dimostrato che dobbiamo affrontare la questione della sicurezza degli approvvigionamenti in modo molto più deciso e risoluto».
E risoluto potrebbe essere anche il Consiglio federale. Secondo la NZZ am Sonntag - nel caso in cui lo scenario peggiore dovesse tramutarsi in realtà - Berna starebbe infatti già valutando misure drastiche che vanno dalla riduzione dell'illuminazione stradale, allo spegnimento dei neon delle vetrine, fino al divieto di usare cannoni da neve e acquistare stufe elettriche.
Il rischio che l'Europa si ritrovi confrontata con un carenza di elettricità e gas è comunque reale. E tra i Paesi colpiti ci sarebbero anche i principali fornitori della Svizzera. Come la Francia. Se Parigi non riuscisse a erogare i quantitativi necessari in gioco potrebbero entrare Germania e Italia. A ogni modo la situazione rimarrebbe complicata anche perché - conclude Luginbühl - «le riserve d'emergenza create nelle dighe svizzere verrebbero esaurite in due-sei settimane in caso d'emergenza».