Sono entrati i vigore questo mese gli allentamenti per l'uso della cannabis terapeutica per lenire il dolore
Attenzione però a dare per scontato il rimborso da parte dell'assicurazione sanitaria: spesso non è il caso
ZURIGO - Da questo mese, ottenere una prescrizione per un uso terapeutico della cannabis è più semplice (ci sono meno restrizioni a livello di permessi rilasciati dall'Ufficio federale di sanità pubblica), ma attenzione: spesso questi trattamenti non sono rimborsati dalla cassa malati.
Lo ha reso noto in un approfondimento il settimanale romando Le Matin Dimanche.
Come mai questi trattamenti non vengono rimborsati? La risposta della Confederazione è chiara: «Non esistono prove scientifiche sufficienti sulla loro efficacia». Sono quindi necessari studi di migliore qualità.
Una delle uniche eccezioni riguarda l'uso del Sativex nel caso della sclerosi multipla: gli studi a riguardi sono stati conclusivi, e il farmaco è quindi generalmente coperto. Lo ha confermato Claude Vaney, neurologo e presidente della società Svizzera di Cannabis in Medicina (SSCM), che ha anche chiarito che altri prodotti acquistabili in farmacia e utilizzati non sono standardizzati (alcuni sono inalati, altri vengono assunti sotto forma di gocce) e questo complica la ricerca.
Un altro problema riguarda la cannabis in sé: essendo che contiene molte sostanze è complicato isolare l'effetto di ciascuna di esse, per non parlare del fatto che le sperimentazioni sono spesso di breve durata, ed è quindi complicato capire gli effetti collaterali a lungo termine. Infine, molti di questi preparati sono realizzati in farmacia, e non hanno quindi un'autorizzazione da parte di Swissmedic (necessaria per ottenere il rimborso sistematico).
D'altronde, anche tra i medici c'è chi chiede prudenza, e che teme che i recenti allentamenti vengano interpretati come una sorta di «via libera» alle persone. «Non dobbiamo contrapporre gli oppioidi cattivi ai cannabinoidi buoni. Questi ultimi non dovrebbe essere prescritti con leggerezza. Bisogna fissare degli obiettivi prima di iniziare un trattamento e interromperlo se questi non vengono raggiunti», ha detto Marc Suter, del Dipartimento di Anestesiologia del CHUV.
Visti però i sondaggi tra i pazienti, che per la gran parte lodano l'utilità della cannabis per lenire il dolore, ci sono timori che senza rimborsi i pazienti continueranno ad acquistare sul mercato nero, senza garanzie sui prodotti. «Spero che gli assicuratori siano più aperti a rimborsare questi trattamenti», ha concluso Vaney, aggiungendo che «la revisione appena entrata in vigore consentirà anche di raccogliere dati, per sapere cosa funziona e cosa no».