Il Parlamento vuole proteggere i minorenni dalla pornografia. Ma il Consiglio federale è scettico
BERNA - In media, i ragazzi svizzeri entrano in contatto con la pornografia per la prima volta all'età di 11 anni. Troppo presto per Nik Gugger, consigliere nazionale del Partito Evangelico (EVP) di Winterthur, che con una mozione chiede una legge anti-pornografia per i minori di 16 anni.
Il Parlamento è d'accordo. Il Consiglio nazionale ha votato a favore a maggio e anche la Commissione del Consiglio degli Stati ha dato luce verde questa settimana, con 9 voti a favore e due astensioni. È quindi prevedibile che anche il Consiglio degli Stati voterà a favore: in tal caso, il Consiglio federale sarà presto incaricato di elaborare una disposizione.
Ma tra il dire - e l'approvare - e il fare, c'è di mezzo un mare di problemi tecnici sulla cui risoluzione il Consiglio federale è pessimista, motivo per cui dal canto suo ha invitato a respingere la mozione. Anche i sostenitori del provvedimento non hanno le idee troppo chiare.
«È estremamente difficile capire cosa si chiede con questa mozione», afferma il presidente della Commissione Hans Wicki (Plr). «Non possiamo bloccare i siti porno totalmente, sarebbe una censura cinese e nessuno lo vuole». Un'ipotesi sul tavolo è identificare l'età degli utenti tramite i dati delle carte di credito: anche se «non è una soluzione ottimale», secondo Wicki la strada merita di essere percorsa.
Lisa Mazzone (Verdi) si è astenuta dal voto in commissione. La consigliera agli Stati ginevrina non crede che un blocco o una scrematura tramite carta di credito risolverà il problema. «Per i nativi digitali sarebbe uno scherzo aggirare l'ostacolo» avverte.
La consigliera agli Stati vallesana Marianne Maret (Centro) è convinta che sia solo una questione di volontà politica: «Non mi interessa se ci sono ostacoli di tipo tecnico. Sono un politico, non un ingegnere».