Accolti 17 ricorsi di avvocati d'ufficio che si ritenevano ingiustamente pagati per le loro difese
BELLINZONA - Il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona ha accolto 17 ricorsi inoltrati da avvocati d'ufficio argoviesi che si ritenevano ingiustamente pagati per le loro difese. In taluni casi, la giustizia cantonale aveva ridotto di oltre il 70% i loro onorari.
Tra le contestazioni dei difensori d'ufficio figurava ad esempio la decisione del Tribunale cantonale argoviese di attribuire 6'470 franchi a un avvocato che aveva prodotto una nota spese di 40'502 franchi. L'uomo riteneva di aver già ridotto la sua pretesa che avrebbe dovuto essere di 56'270 franchi per una difesa ordinaria. La causa è stata rinviata davanti alla giustizia cantonale che dovrà nuovamente pronunciarsi.
In altri casi, il TPF ha fissato lui stesso la retribuzione dovuta al difensore d'ufficio. Uno di loro ha ricevuto ad esempio 39'807 franchi anziché 29'355 franchi attribuitigli dal canton Argovia.
In un caso di omicidio molto complesso sul quale ha lavorato un avvocato tra il 2014 e il 2019, questi ha prodotto una nota spese di 34'600 franchi, dalla quale era stato dedotto un primo anticipo di 1'334 franchi, per un procedimento in appello dopo un rinvio al Tribunale federale. La giustizia argoviese gli ha allora attribuito 15'000 franchi. Dal canto suo, il TPF ha deciso per un indennità di 32'788 franchi.
Problema in Argovia - Il Tribunale penale federale ha corredato una delle sue decisioni con un'osservazione di carattere generale ("obiter dictum"): durante gli ultimi sei anni, 115 ricorsi sono stati presentati contro la fissazione da parte delle giustizie cantonali degli onorari degli avvocati d'ufficio. In 33 casi, i ricorsi concernevano decisioni della Camera penale argoviese.
In numerosi casi, quest'ultima considerava le indennità degli avvocati come troppo elevate, ha constatato il TPF. La giustizia argoviese tendeva inoltre a riconoscere soltanto una parte degli importi prodotti.
Per il TPF, ne risulta un «circolo vizioso»: la difesa, che si aspetta di ricevere soltanto una parte delle sue pretese, potrebbe essere spinta a gonfiare le fatture per le sue prestazioni in modo tale da ottenere alla fine una remunerazione appropriata. Quando il rapporto di fiducia si è incrinato, è inoltre difficile ristabilirlo, prosegue il TPF nella sua sentenza.