Un'iniziativa vuole scrivere nella Costituzione che ogni produzione di elettricità rispettosa del clima è consentita
Secondo l'associazione Club Énergie Suisse è possibile realizzare un nuovo impianto nei prossimi 15 anni
BERNA - "Elettricità per tutti e in ogni momento. Stop ai blackout". I grandi cambiamenti che stanno avvenendo in correlazione alla guerra in Ucraina stanno facendo nascere numerose iniziative. L'ultima, sostenuta dai partiti di destra e da diversi attori dell'economia del Paese, punta a costruire nuove centrali atomiche.
In Svizzera ci sono cinque impianti nucleari e tre reattori nei centri di ricerca. Nel 2019 sono iniziati i lavori di smantellamento della centrale di Mühleberg nel canton Berna e si concluderanno intorno al 2034. Nessun nuovo impianto, per decisione popolare avvenuta nel 2017, verrà costruito per sostituire quello di Mühleberg. A cinque anni dalla "fine del nucleare" per la popolazione confederata, un'iniziativa vuole ribaltare quanto già sancito.
Intervistata dal domenicale Le matin du Dimanche, Vanessa Meury, presidente del Club Énergie Suisse, all'origine del testo, spiega che potrebbero esserci buone speranze di riuscita: «Secondo l'Ufficio federale per la protezione della popolazione, una penuria di energia è il rischio più importante, più costoso e più pericolo per la Svizzera». E, secondo Meury, che è iscritta al partito dell'Udc, puntare tutto sulle importazioni dall'estero, come previsto dalla strategia del governo federale che verrà messa in atto a partire da mercoledì, «è uno sbaglio».
A parer suo bisogna invece puntare su un tipo di energia che possa essere sfruttata in ogni momento e insieme ai colleghi iniziativisti vuole far gravare nella Costituzione che «ogni forma di produzione di elettricità rispettosa del clima è autorizzata». Lato tempistiche, crede che una nuova centrale potrebbe essere costruita entro 8-15 anni.
Tuttavia, sottolinea il vodese del Ps Roger Nordmann, sempre interpellato dal domenicale, costruire nuove centrali nucleari non può essere una soluzione ai problemi di questi mesi e degli anni a venire. Un nuovo impianto non potrebbe entrare in funzione prima del 2067. Inoltre, alza diversi punti sulla sicurezza. In particolare il fatto che verrebbero costruite nei pressi delle città in modo da avere delle fonti di raffreddamento: «Il 3% delle centrali atomiche possono avere problemi di grave entità».