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SVIZZERAChe ne sarà dei treni nell'inverno dei blackout

30.08.22 - 06:30
L'ipotesi di una crisi energetica preoccupa il settore dei mezzi. Ma che succederebbe e che si sta facendo?
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Che ne sarà dei treni nell'inverno dei blackout
L'ipotesi di una crisi energetica preoccupa il settore dei mezzi. Ma che succederebbe e che si sta facendo?

BERNA - Industria, supermercati, uffici pubblici e - in extrema ratio - case private. È stato soprattutto questo il focus quando, in queste ultime settimane, si è ragionato sull'eventualità di un inverno da emergenza energetica con razionamenti e blackout controllati. 

Si è però parlato poco di un altro settore nel quale l'elettricità è fondamentale, ovvero il trasporto pubblico e soprattutto su rotaia. A tentare di capire come potrebbe essere l'inverno delle Ferrovie svizzere, e non solo, ci hanno provato diversi quotidiani del gruppo Tamedia, approcciando la problematica per punti e utilizzando una serie variegata di fonti.

Il primo interrogativo riguarda quali mezzi di trasporto potrebbero venire interessati. La risposta è relativamente semplice: tutti quanti. Se da una parte i treni non potranno più circolare, dall'altra la loro defezione potrebbe mettere in crisi il trasporto pubblico su gomma per il quale - spesso e volentieri - le stazioni ferroviarie sono nodi nevralgici dai quali poi si diramano i percorsi, verso le periferie. In questo senso, molte linee diventerebbero inutilizzabili. Per non parlare, poi, dei tram su rotaia.

Ma come potrebbe impattare un blackout sul viaggio di un treno? Al momento, anche in questo ambito, siamo nel territorio delle ipotesi: stando alle FFS, scollegato da fonti di energia un treno ha un'autonomia estremamente bassa (si parla di circa 20 minuti, con le funzioni ridotte al minimo). In generale, l'opinione diffusa fra gli esperti è che se l'oscuramento dovesse prolungarsi, sia temporalmente che geograficamente, l'intera rete svizzera potrebbe facilmente trovarsi paralizzata.

Il motivo è da ricercare nel fatto che, anche se è vero che le FFS sono in parte energeticamente indipendenti, con proprietà e partecipazioni in aziende idroelettriche, questa potenza viene però utilizzata come corrente di trazione per i treni (e ha una frequenza diversa da quella "normale"). In caso di blackout elettrico, a mettere effettivamente k.o. il traffico ferroviario, sarebbe il non funzionamento del sistema nella sua totalità: ovvero le centrali di gestione, le stesse stazioni e anche il sistema che regola gli scambi.

Cosa potrebbe succedere in caso di stop generalizzato al traffico ferroviario può essere solo oggetto di speculazione, sicuramente i disagi e le ripercussioni negative dirette e indirette per l'economia sarebbero di sicuro tangibili. Ricordiamo, infatti, che su rotaia viaggia anche un numero importante di merci.

Per farsi un'idea, un paragone calzante potrebbe essere quello del congelamento per un numero indefinito di ore delle autostrade di tutta la Svizzera. Il timore è che, visto il disservizio o l'incertezza di un possibile disservizio, vengano prese d'assalto le strade con grossi problemi di traffico e un surplus di emissioni.

Che stia pensando di fare l'industria dei trasporti per ora ancora non è chiaro. È tutto in fase di studio, conferma anche l'Unione dei trasporti pubblici (Utp) secondo la quale è fondamentale un approccio globale e coordinato: «Sfoltire il numero di collegamenti così come le tratte e fermate non porterebbe a un gran risparmio energetico», commenta al quotidiano il direttore dell'Utp, Ueli Stückelberger.

Al momento, quindi, se ne sta ancora discutendo: come insieme dei trasporti pubblici svizzeri, all'interno delle stesse FFS e fra le FFS e la Confederazione. Per adesso - considerando anche il fatto che la crisi energetica resta comunque uno scenario eventuale - le Ferrovie prendono tempo, come recentemente confermato da una portavoce al Blick che rassicura: «la mobilità di base verrà garantita». Come, però, sembra sia ancora tutto da capire.

 

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