Lo dice l'81% degli svizzeri interpellati dal sondaggio di Amnesty international. Fifa: «Misure sono state prese».
BERNA - L'81% degli svizzeri vuole che la Federazione internazionale di calcio (FIFA) risarcisca i lavoratori stranieri i cui diritti umani sono stati violati durante i preparativi della Coppa del mondo che si terrà in Qatar alla fine del 2022. Lo rileva uno sondaggio effettuato in 15 Paesi su mandato di Amnesty international.
A livello globale la richiesta è appoggiata da quasi i tre quarti (73%) della popolazione interrogata, indica Amnesty international in un comunicato di oggi, aggiungendo che il sostegno è ancora maggiore (86% in Svizzera) tra le persone che dichiarano di voler assistere ad almeno una partita della Coppa del mondo.
Il sondaggio, realizzato da YouGov interrogando oltre 17'000 persone dei 15 Paesi, ha inoltre evidenziato che una netta maggioranza degli interpellati auspica che le rispettive Federazioni calcistiche nazionali si esprimano pubblicamente sui problemi dei diritti umani associati alla Coppa del mondo del Qatar 2022. In Svizzera il 70% degli interrogati chiede all'Associazione Svizzera di Football (ASF) di prendere chiaramente posizione.
"I tifosi non vogliono una Coppa del mondo macchiata in modo indelebile dalle violazioni dei diritti umani", ha affermato, citata nel comunicato, Lisa Salza, responsabile della campagna Sport e diritti umani per Amnesty International Svizzera.
Da parte sua, la FIFA - in un comunicato diramato in mattinata - indica che «negli ultimi anni è già stata adottata una vasta gamma di misure per migliorare la protezione dei lavoratori in Qatar. Questi sviluppi sono avvenuti in gran parte a causa della Coppa del mondo e sotto la pressione della FIFA» viene sottolineato.
I lavoratori sono stati anche «indennizzati in vari modi quando le aziende non hanno rispettato le norme applicate dalla FIFA e dal Paese ospitante per garantire la protezione dei lavoratori coinvolti», ha dichiarato la federazione sportiva.
Le autorità del Qatar sono regolarmente criticate dalle Ong internazionali per il trattamento riservato a centinaia di migliaia di lavoratori, in particolare asiatici, nei grandi cantieri della Coppa del mondo 2022, che inizierà il 20 novembre.
Ma Doha si difende sottolineando di «aver adottato misure per migliorare le condizioni dei lavoratori stranieri, imponendo un salario minimo e vietando la prepotenza di alcuni datori di lavoro che impediscono ai loro dipendenti di lasciare il Paese o di cambiare lavoro».