L'ambasciatore ucraino a Berna avverte le autorità del rischio di portarsi in casa delle spie del Cremlino
BERNA - La Svizzera non dovrebbe concedere asilo politico ai disertori russi, perché farlo comporterebbe un elevato rischio in termini di sicurezza. Lo ha affermato l'ambasciatore ucraino a Berna Artem Rybchenko in un'intervista alla "SonntagsZeitung".
Sussiste il rischio che tramite l'asilo la Russia cerchi d'introdurre agenti in Svizzera e nell'Unione europea. «Sappiamo che la Svizzera è già stata in passato un luogo in cui si trovava un numero particolarmente elevato di spie russe. Ciò non dovrebbe essere promosso ulteriormente», ha dichiarato Rybchenko.
Bisogna semplicemente essere consapevoli del fatto che la situazione dei russi è completamente diversa da quella degli ucraini. I suoi connazionali sono stati costretti a fuggire perché la Russia ha imposto loro una guerra. Hanno lasciato il paese soprattutto donne e bambini, mentre gli uomini sono rimasti per difendere la patria.
Gli uomini russi semplicemente fuggono invece di opporre resistenza nel proprio paese. La popolazione russa finora si è opposta troppo poco e si è distanziata dalla guerra. Il fatto che ora scenda in strada molta più gente rappresenta un segnale positivo - forse è l'avvio di una svolta storica.
Interrogato in merito alla stretta di mano tra il presidente della Confederazione Ignazio Cassis e il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov nei giorni scorsi a margine dei lavori dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, Rybchenko non ha voluto rilasciare commenti. Bisogna trovare una soluzione al conflitto, ma ciò è possibile soltanto se è in corso un dialogo. Pertanto l'ambasciatore si è detto grato per gli sforzi della Svizzera e di Cassis.