L'approvvigionamento deve essere garantito in Svizzera, secondo una commissione del Nazionale
BERNA - L'approvvigionamento di sangue deve essere garantito in Svizzera e le donazioni devono continuare a essere gratuite. È quanto afferma la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Nazionale (CSSS-N) che ha preparato una modifica della legge sugli agenti terapeutici (LATer) per ancorare tali principi nella legislazione elvetica.
In un rapporto pubblicato oggi sul Foglio federale, la CSSS-N afferma che «oggigiorno la legge non disciplina a sufficienza la garanzia dell'approvvigionamento di sangue e di suoi derivati labili per la popolazione svizzera». Da qui la necessità di rivedere la LATer, come chiesto anche da un'iniziativa parlamentare dell'ex consigliere nazionale Ulrich Giezendanner (UDC/AG).
Per la commissione, l'approvvigionamento di sangue deve essere iscritto tra i compiti della Confederazione nell'eventualità di possibili carenze dovute all'evoluzione demografica. La Confederazione potrà continuare a delegare tale compito a un'organizzazione specializzata.
Già più di vent'anni fa - ricorda Giezendanner nella sua iniziativa - il Consiglio federale aveva infatti rilevato che il dono del sangue costituiva un «compito di politica sanitaria a livello nazionale» che doveva sostanzialmente essere svolto dalla Croce Rossa svizzera (CRS). Malgrado ciò «il legislatore non ha finora riconosciuto esplicitamente il servizio di trasfusione del sangue quale compito pubblico» e neppure è stato stipulato un mandato di prestazioni tra la Confederazione e la CRS, afferma Giezendanner nel suo atto parlamentare.
Da notare che il disegno di legge elaborato dalla LATer prevede che i criteri di esclusione dalla donazione di sangue non devono discriminare nessuno. «Tali criteri devono basarsi sul comportamento individuale a rischio ed essere scientificamente motivati», afferma la CSSS-N alludendo agli omosessuali.
Il dossier passa ora al Consiglio federale, che dovrà prendere posizione in merito al disegno di legge. Poi toccherà al Parlamento decidere.