«Le misure anti-Covid hanno lasciato l'impressione, in Governo, che tutto è permesso», così il professor Alain Griffel.
BERNA - Energia cercasi. Ma per qualcuno gli ultimi sviluppi sono la conseguenza di precisi interessi politici.
Con la scusa della necessità di garantire l'approvvigionamento energetico in Svizzera il Parlamento sta violando la costituzione, per esempio nell'ambito della cosiddetta offensiva solare. Ne è convinto il professore di diritto Alain Griffel, che ravvisa un modo d'agire che potrebbe fungere da grimaldello anche per altri temi, con pesanti conseguenze per la cultura democratica del paese.
«Non sono uno di quei costituzionalisti che pensavano che i provvedimenti in ambito Covid fossero giuridicamente inammissibili», puntualizza lo specialista in un'intervista pubblicata oggi dalla WochenZeitung. «Poiché la pandemia era una situazione di emergenza straordinaria, l'azione urgente era necessaria. Ma ho l'impressione che il Coronavirus abbia lasciato l'impressione, in Parlamento, che ora è permesso fare qualsiasi cosa. Stesso discorso per il Consiglio federale: le ordinanze sulla centrale elettrica provvisoria di Birr avrebbero in realtà richiesto l'accertamento di un'acuta carenza di elettricità».
Costituzione violata? Non importa - Le misure anti-pandemia avevano una base costituzionale, ma «ora di questo non ci si cura più», prosegue il giurista con cattedra all'Università di Zurigo. «Avere una carenza di energia elettrica durante la stagione fredda non è affatto ideale: ma ciò che è stato deciso con urgenza non cambierà nulla per quest'inverno. Viene semplicemente sfruttata la situazione come scusa per andare avanti. Ho forti dubbi che anche uno solo dei progetti che ora vengono approvati per legge si trasformerà in un impianto collegato alla rete elettrica entro cinque anni».
«Il sistema legale che si era formato per questi progetti è molto complesso, perché nell'implementazione sorgono molte questioni difficili», ricorda il 59enne. «Non si può più costruire un'autostrada attraverso una brughiera con una semplice decisione come si faceva settant'anni or sono».
Ad esempio, innalzare la diga del Grimsel con procedura accelerata viola il diritto cantonale bernese. «Contraddice tutto quanto possibile», si indigna l'esperto. «L'approccio del Parlamento crea molti nuovi interrogativi. Se non è necessaria una base di pianificazione territoriale chi deve controllare cosa, quando e in quale contesto, chi è responsabile? Che ne è della legge sulla protezione delle acque, dei permessi di dissodamento e così via? Si costringe le organizzazioni ambientaliste a portare tali questioni fino al Tribunale federale per ottenere chiarimenti. Questo non comporterà certo un'accelerazione, ma piuttosto un rallentamento dei progetti di costruzione».
«Parte di un calcolo» - Secondo Griffel «fa certamente parte del calcolo» spingere nell'angolo le organizzazioni di protezione della natura. «Poiché questa proposta di legge contiene violazioni costituzionali, avrebbe dovuto essere sottoposte a un referendum obbligatorio, per il quale non è necessario raccogliere firme. Tuttavia, il Parlamento non lo ha fatto. Questo è un altro punto in cui il Parlamento sta deliberatamente aggirando la Costituzione».
«Con la guerra in Ucraina e la crisi degli approvvigionamenti, sono emerse grandi pressioni politiche e certi ambienti sfruttano spudoratamente la situazione per smantellare la protezione dell'ambiente», argomenta il professore zurighese, che si dice anche «stupito» dal fatto che nemmeno il partito socialista abbia nulla da dire in contrario.
Vladimir Putin - chiede la giornalista della WochenZeitung - vuole destabilizzare la cultura democratica dell'Europa occidentale e non ha certo in mente l'offensiva solare svizzera, ma si può comunque dire che la decisione del parlamento elvetico è in linea con il suo interesse? «Come effetto finale si tratta effettivamente di una destabilizzazione», risponde l'intervistato. «All'estremo di questo sviluppo ci sono paesi come la Russia, dove la legge ha perso completamente la sua funzione di limitazione del potere ed è il giocattolo di chi è al comando. Speriamo che questo non accada mai in Svizzera, ma è stato fatto un passetto in quella direzione. In uno stato di diritto, la costituzione serve proprio a limitare il potere degli organi statali e anche il potere del parlamento. Proprio perché in Svizzera abbiamo una giurisdizione costituzionale molto limitata, non abbiamo alcun controllo in questo campo e di recente il parlamento ha sfruttato spudoratamente questo aspetto".
«Creare precedenti pericolosi» - A suo avviso il rischio è che quanto sta succedendo tracimi anche su altri temi. «Per me, questo è il problema principale in termini di stato di diritto», sostiene l'esperto con trascorsi anche nei servizi giuridici del canton Zurigo. «Sono convinto che dietro a questo ci sia un calcolo, che alcuni parlamentari stiano deliberatamente facendo breccia in argini che finora avevano retto in qualche misura, in modo che questo precedente possa essere invocato in altri contesti: 'guarda, anche lì è stato fatto così'».
«Nessuna consultazione, nessun coinvolgimento dei Cantoni e delle organizzazioni politiche, nessun sostegno da parte di un messaggio del Consiglio federale, tutto in una procedura affrettata, in qualche modo urgente. C'è poi anche un effetto di assuefazione: perché non dovremmo fare così anche in altri casi? È possibile, l'abbiamo già fatto in passato e non è successo nulla».
In gioco, secondo Griffel, non vi è quindi l'ambiente. «È diventata una questione eminentemente politica», conclude.