Questo permetterebbe ai clienti di avere accesso al denaro anche in caso d’interruzione del traffico dati.
ZURIGO - Usare nei negozi una carta di pagamento senza che questa comunichi con la banca attraverso i terminali e quindi senza un controllo della disponibilità sul conto: è una delle ipotesi a cui stanno lavorando gli istituti di credito, alla luce delle possibili interruzioni di elettricità di diverse ore che potrebbero essere decise in Svizzera questo inverno in caso di penuria energetica.
Stando alla radio romanda RTS le banche si stanno preparando ai possibili blackout ricorrendo a generatori e pianificando una riduzione dell'attività della clientela, che verrebbe limitata a determinate succursali a cui sarebbe assicurato l'approvvigionamento di corrente. Potrebbe però anche essere attivata la funzione offline delle carte di pagamento, per permettere ai clienti di avere accesso al denaro sui conti anche in caso di interruzione del traffico dei dati.
Del tema ha trattato ieri la Fondation Genève place financière (FGPF), la fondazione che ha come scopo favorire la piazza finanziaria ginevrina e, più un generale, svizzera. «Per certe transazioni - ma per importi limitati, per evitare i rischi di frode - si potrebbe disattivare la funzione online delle carte di pagamento», spiega Edouard Cuendet, direttore di FGPF, in dichiarazioni diffuse stamani da RTS. «In tal modo il pagamento non sarebbe più verificato dalla banca attraverso uno scambio di dati: avverrebbe direttamente nel negozio in cui viene effettuato, cosa che eviterebbe la necessità di una connessione con la banca per le carte di debito e di credito».
«Per esempio nei caselli autostradali in Francia si può pagare con la carta di credito senza che la transazione sia verificata dalla banca», prosegue l'avvocato e granconsigliere PLR ginevrino. «L'approccio funziona molto bene per i piccoli importi. Si potrebbe ampliare questo sistema ai commerci, ma non a transazioni di grande ampiezza, perché c'è il rischio di malversazioni. Bisogna essere prudenti», conclude il giurista con studi all'università di Berna.