Preda dei cacciatori e disturbata dalle attività ricreative nei boschi, questa specie d'uccello è in pericolo.
Con una popolazione nazionale stimata tra i mille e i quattromila maschi, BirdLife ne chiede la protezione alle autorità.
BERNA - Preda dei cacciatori, disturbata dalle attività ricreative nei boschi e prossimamente circondata dalle turbine eoliche: la beccaccia dei boschi è in pericolo. L'associazione svizzera per la protezione degli uccelli BirdLife chiede l'intervento delle autorità.
Con una popolazione nazionale stimata tra i 1'000 e i 4'000 maschi, la specie figura già sulla lista rossa degli uccelli minacciati in Svizzera, ma nonostante ciò è ancora cacciabile, ha comunicato oggi BirdLife. L'associazione ha aggiunto che nel 2021 sono state uccise 326 beccacce nei cantoni romandi e 1'256 in Ticino, cifre in aumento rispetto all'anno precedente. Questo volatile da riproduzione non viene cacciato negli altri cantoni.
I cacciatori si giustificano dicendo che uccidono solo beccacce migratorie. Tuttavia, le ricerche degli ornitologi, basate sull'installazione di trasmettitori, dimostrano che un numero significativo di uccelli nidificanti rimane nei luoghi di riproduzione molto tempo dopo l'inizio della caccia, sottolinea l'associazione.
BirdLife sostiene che tra il 14,3 e il 32,7% delle beccacce uccise sarebbero uccelli indigeni. La caccia ricreativa a questo uccello dovrebbe quindi essere vietata, sostiene BirdLife che chiede una protezione a livello federale. L'associazione deplora il fatto che a livello cantonale siano state adottate solo «misure cosmetiche» per il 2022, come lo spostamento dell'inizio della caccia di qualche giorno, cioè dal 20 ottobre.
L'associazione cita l'introduzione di moratorie come possibile misura. Oltre alla caccia, è necessario adottare altre misure, in particolare per preservare gli habitat forestali della beccaccia, in declino da diversi decenni.