L'UDC chiede una riduzione dei posti di lavoro e degli stipendi degli impiegati della Confederazione.
BERNA - Quasi 40mila dipendenti, di cui 35'985 a tempo pieno. Sono numeri importanti, quelli del personale impiegato dalla Confederazione. E che generano spese, a carico dei contribuenti, per oltre sei miliardi di franchi. L'UDC, però, non ci sta, e chiede a Berna di tagliare posti e salari.
«Un miliardo di troppo» - I dipendenti della Confederazione sono infatti sempre di più, e generano costi sempre più alti. Nel 2007 questi ammontavano invece a una cifra decisamente più bassa: pari a circa 4,5 miliardi di franchi. E, secondo l'UDC, è tempo di tornare a quei livelli: «I costi devono essere urgentemente ridotti di un miliardo, per scendere sotto i cinque», afferma il capogruppo UDC alle camere federali Thomas Aeschi. Il partito chiede inoltre che le posizioni a tempo pieno vengano ridotte di 3'500 unità, ovvero del 9%.
«Chie entra resta per sempre» - La cifra spesa per i dipendenti pubblici della Confederazione, nel confronto europeo, non è particolarmente elevata per un Paese ricco come la Svizzera, afferma però l'economista e esperto del mercato del lavoro Marco Salvi di Avenir Suisse. Il problema, sostiene, è più strutturale: «Una volta entrati, si rimane per sempre. I dipendenti pubblici raramente passano dal Governo federale al settore privato».
Salari alti e poca enfasi sulla performance - «I salari, anche per le qualifiche medio-basse, sono relativamente alti se si rimane abbastanza a lungo», aggiunge Salvi, e anche il percorso salariale è molto prevedibile. «Immagino che si potrebbe introdurre più dinamismo nello sviluppo del personale, con una maggiore enfasi sulla performance e un po' meno sulla sicurezza del posto».
«È vero, ma è il Parlamento a decidere» - «Il numero di posizioni a tempo pieno è in effetti in aumento da anni alla Confederazione», ammette Thomas Schmutz, vicedirettore dell'Ufficio federale del personale. Una certa quantità di posti è però più volte stata tagliata, afferma, ad esempio nel contesto della riforma dell'Esercito. «L'amministrazione federale agisce sulla base di un mandato e crea le posizioni necessarie», precisa comunque Schmutz, sottolineando che la possibilità di tagliare posti di lavoro resta nelle mani del Parlamento.
«Vanno inoltre considerate le aspettative, a livello di qualità del servizio, della popolazione. Vogliamo ad esempio ricevere il passaporto dopo due giorni o ci va bene attenderne quindici?», conclude Schmutz.