Solo carte e app sui bus gialli a partire dal 2025, la preoccupazione per i più anziani e il disinteresse delle autorità
BERNA - Non è affatto un segreto che il capo di Autopostale Christian Plüss voglia abolire l'acquisto di biglietti con contanti a bordo degli autobus. Fra gli argomenti citati dal capo dell'azienda in seno al Gigante Giallo ci sono i costi e anche l'eccessivo carico di lavoro sui conducenti.
Per questo motivo, come riporta il magazine Saldo, si sta già pensando di mettere a bordo dei mezzi dei distributori automatici di biglietti che possano accettare esclusivamente pagamenti contactless.
La “rivoluzione”, se davvero così possiamo chiamarla, dovrebbe attivarsi a partire dal 2025.
I bambini e gli anziani a rischio discriminazione
Chi è sprovvisto di carta o di smartphone potrà quindi acquistare i titoli di viaggio esclusivamente presso i distributori automatici, gli sportelli AutoPostale o gli sportelli FFS. Le categorie che rischiano di essere discriminate da questo cambiamento sono soprattutto i bambini e gli anziani.
Statisticamente sono proprio loro quelli che non hanno un cellulare e/o non sono avvezzi a pagare con le carte di credito e debito. Se fra i più giovani, infatti, spesso manca lo stesso cellulare o una possibilità di pagare attraverso di esso, per gli anziani l'uso di contanti è preponderante in maniera proporzionale con l'aumento dell'età (70% fra i 65 e 70 anni fino all'80% negli over 80).
Secondo l'Ufficio federale dei trasporti (Uft) - sentito sempre da Saldo - bisognerebbe fornire un'alternativa al pagamento con carta ma non vi è un obbligo legale e formalmente anche un pagamento via app (come per esempio quella delle FFS) è considerato valido in tal senso. Una possibilità al vaglio, inoltre, sarebbe quello di caricare i singoli titoli di viaggio sullo SwissPass del viaggiatore.
Cantoni in gran parte indifferenti al cambiamento
A poter "puntare il piede" sulla faccenda dei pagamenti in contanti potrebbero però essere i singoli cantoni. Fra questi però solamente Basilea Campagna parrebbe interessato a imporre un obbligo e altri quattro (dei quali il magazine svizzerotedesco non cita il nome) sarebbero possibilisti a riguardo.
Il Ticino, come confermato qualche mese fa a tio.ch da Claudio Zali, parrebbe invece intenzionato a restare nella maggioranza di quelli passivamente favorevoli. In ogni caso, nulla è ancora scritto, e c'è un discreto margine di tempo per intervenire.