Tre casi in poche settimane in Svizzera. Uno in Ticino. Gli esperti: «La maggior parte degli stupri avvengono in casa».
ZURIGO - Due settimane fa una ragazza è stata violentata di notte all’esterno di un locale notturno a Riazzino. A Basilea, qualche settimana fa, un uomo ha seguito una ragazza fino alla soglia di casa, poi l’ha spinta oltre il portone e ha abusato di lei dietro la rampa delle scale. Pochi giorni dopo a Zurigo una donna, mentre camminava, è stata aggredita e gravemente ferita da uno sconosciuto. Episodi drammatici che contribuiscono a far crescere una sensazione di insicurezza tra la popolazione. Ma cosa dicono i dati sulle violenze? Secondo l'Ufficio federale di statistica, nel 2021 sono stati registrati in Svizzera circa 190 stupri all’aperto. Nel 2020 erano 158. Nel 2019 ci sono state 179 violenze sessuali. 173 nel 2018, e 202 nel 2017. Chi è attivo nei Centri di consulenza per l’assistenza alle vittime fa notare tuttavia che la maggior parte degli abusi sessuali avvengono al chiuso.
«Il fatto che le ragazze vengano violentate da uno sconosciuto per strada o in un parco denota una sorta di paura primordiale per le donne», ha dichiarato Dirk Baier, capo dell'Istituto per la delinquenza e la prevenzione del crimine presso lo ZHAW di Zurigo, facendo notare che lo stupro nello spazio pubblico è un reato piuttosto raro. «Circa un terzo di tutte le violenze sessuali avvengono in casa, da parte di persone vicine alla vittima, che possono essere il proprio partner o il marito» continua Baier. Un'altra elevata percentuale di stupri è commessa da persone conosciute o vagamente conosciute. I dati dell'Ufficio federale di statistica evidenziano che l'anno scorso sono stati registrati circa 542 casi di stupro in spazi privati o all'interno delle mura domestiche. Un numero decisamente superiore ai 190 casi di stupri all’aperto.
«Anche se i numeri non hanno mostrato un chiaro aumento negli ultimi anni di violenze sessuali all’aperto, il fatto che si verifichino tali crimini è una ragione sufficiente per parlarne» ha commentato Dirk Baier. Anche perchè, ha aggiunto, «ogni caso è un caso di troppo e alla fine influisce sul senso generale di sicurezza, soprattutto da coloro che più di ogni altro sono a rischio di violenza, ovvero le donne».
Per quanto riguarda la comunicazione pubblica dei reati sessuali, ci sono grandi differenze a livello cantonale. A Basilea Città ad esempio punta su un lavoro mediatico fortemente caratterizzato dalla richiesta di testimoni. Quando avviene uno stupro, la polizia emana un comunicato stampa in cui descrive l’identikit dell’aggressore, con la consapevolezza che ciò possa in qualche modo essere un cortocircuito nella politica di sicurezza, dato che rivelare dettagli del violentatore si mette a rischio la vittima e a repentaglio le indagini. «L'alternativa, tuttavia, sarebbe quella di abbandonare un prezioso strumento tattico di indagine. Ritengo che questo non sia nell'interesse di un'azione penale di successo che serva alla sicurezza pubblica», ha spiegato Martin Schütz, portavoce della Procura di Basilea Città. Nel canton Argovia si va un po’ più cauti: «L'esperienza ha dimostrato che le segnalazioni di reati sessuali con richiesta di testimoni, causano parecchie incertezze", ha affermato il portavoce Bernhard Graser. Il Ticino adotta una politica di bassa informazione: nessun dettaglio sul violentatore, pochissime righe di descrizione del fatto, il tutto nell’ottica di tutelare l'identità della vittima.