Cerca e trova immobili

SVIZZERADoganieri sempre armati? «Non ho mai voluto portare una pistola»

07.11.22 - 20:01
La Revisione della legge sulle dogane prevede che il personale porti un'arma, la cosa però non convince tutti
20min/Michael Scherrer
Doganieri sempre armati? «Non ho mai voluto portare una pistola»
La Revisione della legge sulle dogane prevede che il personale porti un'arma, la cosa però non convince tutti

BERNA - Dall'inizio di quest'anno, l'Amministrazione federale delle dogane (AFD) si chiama Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC). Ma non è cambiato solo il nome: in futuro ci saranno molte novità anche in termini di tecnologia, personale e organizzazione. L'obiettivo? Una sicurezza completa al confine per la popolazione, l'economia e lo Stato.

Questa riforma include anche una modifica delle mansioni degli specialisti dogana e sicurezza dei confini, che in futuro dovranno seguire un'ulteriore formazione e, in linea di principio, dovranno portare sempre con sé un'arma. Chi è del mestiere ha però delle riserve in merito. «Non ho mai voluto portare un'arma in vita mia e ora mi trovo in un dilemma morale», ha dichiarato a 20 Minuten una funzionaria doganale.

Secondo l'UDSC, il porto dell'arma dopo il corso di formazione per diventare specialista dogana e sicurezza dei confini è facoltativo per i dipendenti attuali, ma è comunque fonte d'incertezza per la funzionaria, che teme di essere emarginata dal punto di vista della carriera se si esprimesse contro il porto d'armi.

La politica divisa
Ma non sono solo i doganieri a essere incerti; c'è disaccordo anche tra i politici. Per Sarah Wyss, consigliera nazionale del PS e presidente del sindacato competente per il personale doganale Garanto, questo è inaccettabile: «Chiediamo che l'addestramento all'uso delle armi non venga ancora effettuato finché l'iter di riforma non verrà finalizzato». La motivazione è legata a una serie d’incertezza relative alla sovrapposizione di diritto civile e militare.

L'ala conservatrice del Parlamento vede le cose in modo un po' diverso. Il consigliere nazionale dell'UDC Mike Egger sostiene ad esempio che la trasformazione in atto è «un compito immane» ed è proprio per questo che gli adeguamenti dovrebbero essere avviati il prima possibile: «I contenuti della revisione sono chiari. Per portarli a termine, dobbiamo iniziare adesso». È importante, per Egger, «coinvolgere i dipendenti nei progetti di trasformazione fin dall'inizio e sensibilizzarli di conseguenza. Anche perché i cambiamenti non sono mai facili».

«Reagire in modo più flessibile»
Secondo l'UDSC, le condizioni quadro per l'adempimento del mandato legale sono cambiate notevolmente. Pertanto, deve agire in modo orientato al compito e deve essere in grado di reagire in modo più flessibile ai cambiamenti della situazione.

«Se tutti i dipendenti dei settori persone, merci e mezzi di trasporto ricevono la stessa formazione di base e le stesse competenze, le missioni possono essere organizzate in modo molto più flessibile», ha dichiarato l'UDSC in risposta a una richiesta.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE