Da gennaio ai rifugiati ucraini potrebbero venir applicate le stesse regole a cui devono sottostare gli altri asilanti.
La direzione della Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali: «Si partiva dal presupposto che l'auto gli servisse per tornare in Ucraina, ma dopo un anno la vettura va considerata un bene».
BERNA - Ai rifugiati di guerra ucraini con lo statuto di protezione S dovrebbero essere applicate le stesse regole per l'assistenza sociale applicate agli altri gruppi di persone nel settore dell'asilo. È quanto ritiene la direzione della Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS).
Il nuovo regolamento dovrebbe applicarsi a partire dal 1° gennaio 2023, secondo quanto riferito oggi dalla SRF. Finora, il patrimonio delle persone con statuto S veniva preso in considerazione per il calcolo dell'assistenza sociale solo in casi eccezionali. Il diverso trattamento rispetto ad altri richiedenti ha però suscitato molte critiche da parte dell'opinione pubblica.
In una raccomandazione pubblicata venerdì scorso, la CDOS affermava che, in linea di principio, anche nel caso di persone con lo statuto S i beni esistenti devono essere liquidati fino agli importi di esenzione definiti e il loro ricavato deve essere utilizzato per il sostentamento prima di poter ricevere l'assistenza sociale. Secondo la CDOS, i servizi sociali dovrebbero però prendere in considerazione questi beni solo se il loro impiego è proporzionato e ragionevole.
Finora i rifugiati ucraini hanno potuto utilizzare liberamente le loro automobili, a differenza degli altri rifugiati. «Partivamo dal principio che fosse un mezzo per tornare in Ucraina», ha dichiarato il vicepresidente del CDOS Christoph Amstad alla radio SRF. «Ma la guerra è in corso da un po' di tempo e dal momento che sono in Svizzera da più di un anno, la vettura deve essere considerata come un bene», ha aggiunto.
Per Eliane Engeler, portavoce dell'Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR), la presa di posizione del CDOS è un passo in avanti verso la parità di trattamento con la popolazione indigena. Negli scorsi giorni erano infatti nati diversi malumori sul fatto che i profughi ucraini girassero su automobili di lusso e nel contempo beneficiassero dell'assistenza.