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SVIZZERAInsegnanti senza diploma già in difficoltà? «Occhio al burnout»

17.11.22 - 23:30
Molte scuole danno un feedback positivo, ma due formatrici mettono in guardia. Il caso di Zurigo
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Insegnanti senza diploma già in difficoltà? «Occhio al burnout»
Molte scuole danno un feedback positivo, ma due formatrici mettono in guardia. Il caso di Zurigo

ZURIGO - Sono ormai passati tre mesi dall'inizio della scuola, in quest'anno scolastico caratterizzato in particolare dall'assunzione di docenti non diplomati (per sopperire alla mancanza di personale).

Queste persone, prive del titolo di studio appropriato per poter insegnare, hanno dovuto effettuare un corso intensivo presso l'alta scuola pedagogica di Zurigo (PHZH).

Inizialmente accolti da grande scetticismo, ora lavorano da circa tre mesi. Come si stanno comportando? Mentre molti istituti hanno annunciato di trovare «positiva» l'esperienza degli insegnanti senza diploma, c'è qualcuno che non è convinto.

La direttrice di una scuola elementare di Bülach, ad esempio, ha raccontato al Tages Anzeiger di essere soddisfatta: «Delle otto persone assunte senza diploma d'insegnamento, nessuna si è finora dimessa». D'altra parte, molti hanno esperienze ad esempio come assistenti, nelle aule. «Sono molto soddisfatto, i colleghi sono molto motivati», ha aggiunto il Direttore di una scuola di Kloten, Jürg Hellmüller, «sono un arricchimento e spesso portano una prospettiva diversa».

L'altra faccia della medaglia
In realtà, non è tutto positivo. Questo secondo due formatrici (insegnanti da 18 anni) che si sono occupate, durante l'estate, d'istruire le persone senza diploma d'insegnamento per diversi istituti scolastici.

Per loro, è chiaro che «queste persone non possono avere automaticamente le conoscenze di tre anni di istruzione a tempo pieno, ed è logico», ma il problema è che «molti di questi insegnanti hanno sottovalutato lo stress della professione d'insegnante, e per questo c'è già il pericolo di un burnout».

Seppur abbiano un buon rapporto con gli alunni, spesso le loro lezioni «non sono adeguate ai diversi livelli, il ritmo è troppo blando sono anche troppo poco individuali». Inoltre, per le due esperte, «questi insegnanti non ricevono quasi nessun sostegno», né a livello finanziario (si fatica ad arrivare alla fine del mese) né di supporto psicologico.

Per questi motivi, le due formatrici auspicano che la PHZH offra agli insegnanti una formazione più completa per il futuro, che non sia solo una soluzione rapida e temporanea.

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COMMENTI
 

Sarà 1 anno fa su tio
@Kelt Se secondo te l'inclusione non è una conquista evita di parlare di scuola e di istruzione. In questo campo si può dire che la scuola ticinese è all'avanguardia e grazie alle operatrici per l'inclusione che seguono gli allievi con disabilità, soprattutto fisiche, il docente viene alleggerito. In ogni caso gli istituti esistono ancora per quegli allievi che purtroppo non ce la fanno a frequentare la scuola. inoltre la qualità della formazione non è scesa, e lo dimostrano tutti i confronti intercantonali.

Kelt 1 anno fa su tio
Risposta a Sarà
L'inclusione è una gran bella cosa ma se viene fatta male è un'arma a doppio taglio. Si penalizzano gli studenti bravi e non si offre il giusto sostegno agli studenti con necessità speciali. Brave le Opi che ci mettono tanto impegno. Dovrebbero però ricordarsi che non sono docenti e non hanno la formazione per intervenire a sproposito durante le lezioni. Non so se hai la possibilità di parlare liberamente con docenti e chiedere loro cosa pensano delle Opi, quanto poco li alleggeriscono, di parlare coi genitori di questi ragazzi e di cosa ne pensano (davvero) e di quante tensioni spesso si creino tra Opi e docenti... Poi se il Decs vuole dire che va tutto bene ed è tutto sotto controllo lo dica pure. Come mostra questo articolo il numero dei docenti che lascia (o non prende nemmeno in considerazione la professione) è impietoso e il livello della preparazione degli studenti è in picchiata libera.

Kelt 1 anno fa su tio
Insegnare è un lavoro difficile che richiede preparazione e costanza. Purtroppo sono stati fatti molti sbagli. In Ticino ad es. il DECS non ha mai veramente dialogato coi docenti che, da anni, lamentano il fatto che ormai la scuola sia diventata una colonia nella quale intrattenere i ragazzi. Sono sempre maggiori gli oneri burocratici (giudizi intermedi, giornate di formazione, giornate che con la didattica hanno poco a che fare, ingerenze del dipartimento in questione che non conosce affatto) A farne le spese la didattica e la formazione, il cui livello, è sceso vertiginosamente. Tutto a beneficio delle scuole private (che sono ancora indietro a mio parare ma arriveranno, a causa del peggioramento delle scuole pubbliche come negli States) Si chiede agli insegnanti di fare gli psicologi, i terapeuti, gli accompagnatori, i docenti e anche di sopperire alle mancanze delle famiglie. Infine questa frottola dell'inclusione. Nobile parola ma che nasconde il fatto che, a causa dell'esiguo numero di studenti con varie disabilità nel Cantone, non si poteva più tenere aperti interi Istituti. Bada bene con personale specializzato in quelle tematiche a differenza dei docenti. Ormai è diventato un lavoro molto stancante con l'aggravante che dalla comunità viene percepito come meno rilevante. Il risultato è che le persone qualificate con lauree specifiche cercano altro e quindi (con buona pace dell'ASP) si mandano in aula persone senza formazione e, anche se molti non lo sanno, molti docenti frontalieri (cioè insegna civica chi del nostro paese sa poco o nulla ma tant'è...). Finchè non verrà rivalutata la posizione professionale del docente avremmo un'emorragia di docenti qualificati verso le aziende e nelle scuole persone meno preparate che siederanno lî per lo stipendio.

LoveYourCountry 1 anno fa su tio
1) Il problema dei lavori nelle scuole quali docenti o insegnanti è che sono sottopagati rispetto al settore privato (a livello Svizzero). In Ticino la cosa è differente. Per concludere questo significa che tutti i migliori dipendenti tendono ad andare verso il settore privato, e quelli che avanzano vanno ad insegnare… 2) alcune scelte per la formazione non hanno senso: per insegnare nelle scuole elementari bisogna fare 3 anni di formazione al dfa a Locarno. Quindi si vanno a scartare tutte le persone che hanno già finito un bachelor o master, in quanto questi non faranno mai altri 3 anni di dfa per insegnare alle elementari. Se per i laureati il percorso durasse 6-12 mesi, il lavoro sarebbe più attrattivo e la mia qualità del personale sarebbe migliore.

Pocahontas 1 anno fa su tio
Ci sarà un motivo se per ogni mestiere esiste una specifica formazione, o no??!! Ci sono professioni più pratiche che si imparano lavorando, ma altre, come insegnanti o infermieri ad esempio, che richiedono una competenza approfondita anche a livello teorico. Quando sento che in uno studio medico fanno fare le iniezioni ad una che ha solo lavorato in banca...o che i frontalieri non capiscono nulla del sistema sanitario svizzero...beh è tutto detto! Sempre per la questione-soldo-risparmio!

Trionfx 1 anno fa su tio
Cambiate sistema scolastico..forse il lavoro potrà diventare più attrattivo..

RR024 1 anno fa su tio
Tutto ciò non mi stupisce!! É triste… quando si ha la formazione completa (mi riferisco tecnica e pedagogica, con tanto di master), si partecipa a concorsi cantonali per docenti in ambito infermieristico e cosa fanno… ASSUMONO FRONTALIERI (senza formazione specifica). Parlo per esperienza! E questo é solo un caso. 😡😡😡

Gus 1 anno fa su tio
Come svilire la professione docente! Con la solita ottusa logica svizzero-tedesca.

Brissago 1 anno fa su tio
Nella confederella ricca e benestante, dove ci si vanta delle migliori università a livello mondiale mancano insegnanti delle primarie, che barzelletta che stiamo diventando! poi ci lamentiamo quando assumono frontalieri! Chi è causa del suo male pianga se stesso!
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