BERNA - A trent'anni dal no allo Spazio economico europeo (SEE), 196 personalità svizzere lanciano un appello per passare all'azione e chiedono al Consiglio federale di chiarire, prima delle elezioni, come intende impostare le relazioni con Bruxelles.
L'appello sarà presentato il 6 dicembre all'Università di Berna, ha dichiarato oggi la Piattaforma-Svizzera-Europa, che raggruppa un'ottantina di organizzazioni del mondo economico, politico e culturale. L'ampio sostegno che ha raccolto dimostra che lo stallo nelle relazioni con l'Unione europea (Ue) può essere superato e che «un buon compromesso ha ora la probabilità di ottenere una maggioranza», afferma un comunicato. Che si tratti di commercio, ricerca, istruzione, energia o ambiente, da anni la Svizzera non riesce a cogliere le opportunità di una stretta collaborazione con l'Ue, afferma la Piattaforma. «Di fronte all'aggravarsi delle crisi globali, non ha senso continuare ad aspettare e rimandare».
Votazione popolare
Per i promotori, «i migliori e più affidabili alleati della Svizzera sono i vicini europei». Senza uno sviluppo del partenariato con Bruxelles, la cooperazione attuale non è più garantita. Per questa ragione il Consiglio federale deve trovare rapidamente per una soluzione sostenibile. «Un'ampia alleanza è già pronta per aiutare il governo a ottenere la maggioranza in caso di votazione popolare», si legge nel comunicato. Tra i firmatari figurano gli ex consiglieri federali Pascal Couchepin, Joseph Deiss, Ruth Dreifuss, Arnold Koller, Moritz Leuenberger, Doris Leuthard, Ruth Metzler e Samuel Schmid. A loro si aggiunge un lungo elenco di personalità della politica, dell'economia, della cultura, della religione e della società, tra cui l'ex presidente del Consiglio nazionale Irène Kälin, la presidente di economiesuisse Monika Rühl, il presidente del consiglio di amministrazione di Roche Christoph Franz, l'ex astronauta Claude Nicollier e Filippo Lombardi, presidente dell'Organizzazione degli Svizzeri all'estero, municipale di Lugano ed ex senatore.