È l'accusa lanciata dall'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM). Chieste verifiche in tal senso
BERNA - La Posta sfrutta la sua posizione di monopolio nel settore delle lettere per espandersi anche in altri campi, fra l'altro acquisendo società che poco o nulla hanno a che fare con le sue attività di servizio pubblico. È l'accusa lanciata dall'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), l'associazione che rappresenta principalmente le piccole e medie imprese (PMI) elvetiche.
L'organizzazione ha chiesto al Controllo federale delle finanze (CDF) - l'organo di vigilanza finanziaria della Confederazione - di effettuare delle verifiche sulla questione. In uno scritto inviato alla CDF - reso pubblico da Le Temps e di cui Keystone-ATS possiede una copia - l'USAM sostiene che «molte delle attuali pratiche commerciali della Posta non sono legate ai suoi mandati di servizio e alla sua posizione di monopolio». Secondo l'associazione il gigante giallo «dovrebbe dimostrare di non destinare risorse finanziarie a rami di attività non sovvenzionati».
Le acquisizioni di aziende pubblicitarie e informatiche vengono ritenute «dubbie» e i prezzi pagati per queste transazioni «difficili da comprendere considerando la realtà del mercato». Secondo l'USAM il modello commerciale della Posta diventa problematico quando cerca di costituire una sorta ecosistema che esclude le PMI dal mercato dei servizi di comunicazione, di pagamento e informatici.
Viene citato il caso di Klara Business, società lucernese attiva nei servizi digitali per le economie domestiche nonché le PMI, di cui la Posta ha acquisto la maggioranza. In questo dossier sono state presentate anche denunce alla Commissione della concorrenza (COMCO). Per l'USAM «è ancora più preoccupante che la Posta entri sempre più spesso in mercati saturi», con l'unico obiettivo plausibile, secondo l'organizzazione, di estromettere gli operatori privati.
Contattata da Le Temps, la Posta si difende: non è vero - afferma il servizio di comunicazione - che vengono acquisite una moltitudine di imprese, alla fine si tratta solo di un piccolo numero di realtà strategicamente selezionate. Secondo l'azienda per mantenere il servizio pubblico senza sovvenzioni dirette, le risorse devono essere generate altrove. Tanto più che la stessa Posta è esposta alla concorrenza nel suo principale campo di attività, quello delle spedizioni.