Un team di ricercatori ha esaminato i resti di proiettili high-tech russi in Ucraina e ha trovato i microprocessori ginevrini
BERNA/MOSCA - Un team di ricercatori del think tank britannico Royal United Services Institute (Rusi) ha esaminato i detriti dei missili russi in Ucraina, compresi i Kh-101 ad alta tecnologia. E vi hanno trovato i microprocessori della STMicroelectronics, con sede a Ginevra.
Questi missili - riporta il “SonntagsBlick” - sono lunghi sette metri e, sparati da un aereo, trasportano mezza tonnellata di esplosivo. Poiché i Kh-101 volano molto bassi, i sistemi radar hanno difficoltà a individuarli. Nello specifico, sono stati usati il 23 novembre, quando la Russia ha preso di mira l'approvvigionamento energetico ucraino e ha mietuto vittime.
Vendite in Russia vietate dal 4 marzo
Il domenicale è andato a chiedere all'azienda ginevrina se fosse al corrente del fatto che i suoi microchip vengono installati nei missili russi. Non ha ottenuto risposta. Il governo federale afferma però di conoscere quali componenti svizzeri sono presenti nei dispositivi balistici sovietici. E si tratta principalmente di prodotti industriali non soggetti ad alcuna restrizione commerciale, almeno fino all'inizio della guerra, come afferma Antje Baertschi, portavoce della Segreteria di Stato per gli affari economici (Seco). Tuttavia, a partire dal 4 marzo, la vendita in Russia di molti componenti elettroniche è stata vietata.
I ricercatori britannici hanno trovato altri pezzi di produzione elvetica nelle armi russe. Un esempio? I moduli GPS del gruppo U-blox con sede a Thalwil, usati per i droni Orlan.