È la motivazione del Consiglio federale
BERNA - Secondo il Consiglio federale, nell'acquisto degli aerei da combattimento, gli aspetti di politica estera possono avere un ruolo solo in caso di offerte equivalenti. Nella sua risposta all'autorità di vigilanza, respinge le sue obiezioni al riguardo.
In settembre, la Commissione della gestione del Consiglio nazionale (CdG-N) aveva criticato il Dipartimento federale della difesa (DDPS) e il Consiglio federale. Motivo? Aver definito le condizioni quadro, all'inizio della procedura di valutazione del nuovo caccia, senza un esame approfondito, in modo tale che, alla fine, il governo non ha avuto alcun margine di manovra per includere aspetti di politica estera nella sua decisione.
Secondo informazioni mediatiche, la Francia, in particolare, avrebbe promesso accordi politici di ampio respiro in caso di acquisto del caccia francese Rafale. Il governo del presidente Emmanuel Macron avrebbe assicurato alla Svizzera un ampio sostegno nei negoziati con l'Unione europea (Ue). Inoltre, Parigi avrebbe dichiarato la propria disponibilità a trasferire alla Confederazione una quota maggiore del gettito fiscale generato dai frontalieri.
Grande divario rispetto alle altre offerte
Nel giugno 2021, la "ministra" della difesa Viola Amherd ha annunciato che il produttore statunitense Lockheed Martin aveva presentato l'offerta migliore in termini di prezzo e prestazioni. La decisione ha provocato numerose discussioni a livello politico e mediatico. Anche Airbus con l'Eurofighter, Boeing con l'F/A-18 Super Hornet e il gruppo francese Dassault con il Rafale avevano partecipato alla gara d'appalto.
Nel suo parere, del 9 dicembre, ma pubblicato oggi sul Foglio federale, l'esecutivo scrive di aver esplorato e definito chiaramente il proprio margine di manovra: una decisione puramente politica avrebbe messo in discussione il senso e lo scopo della procedura di valutazione e danneggiato la credibilità e la reputazione delle autorità.
Stando alla sua presa di posizione, la base legale consente un margine di manovra politico negli acquisti per la difesa e il Consiglio federale continuerà a utilizzarla anche in futuro. Nel messaggio sulla decisione programmatica, il governo aveva dichiarato in particolare che gli aspetti di politica estera avrebbero potuto svolgere un ruolo nel caso di offerte equivalenti.
Escludere criteri non chiari
Le considerazioni relative all'inclusione di aspetti di politica estera potrebbero svolgere un ruolo ed essere considerate dall'autorità decisionale nella valutazione complessiva, soprattutto se diversi fornitori soddisfano i criteri tecnico-fattuali e i risultati della valutazione non sono troppo divergenti.
Se, invece, i risultati della valutazione sono molto distanti, il campo d'azione dell'autorità decisionale è ridotto, scrive il Consiglio federale.
Con la procedura scelta, l'esecutivo ha fatto in modo che i produttori potessero contare su regole del gioco chiare nella loro collaborazione con la Svizzera e non dovessero temere che una decisione a favore o contro un fornitore sarebbe stata presa sulla base di criteri poco chiari o di ragioni incomprensibili.
Legale, ma non opportuno
Secondo la CdG-N, il problema principale è stato che lo stesso Consiglio federale ha escluso considerazioni politiche ed economiche prioritarie nella scelta del nuovo caccia.
Sebbene tutti i jet da combattimento valutati soddisfacessero i requisiti tecnici, non sono state prese in considerazione «contropartite significative». Pertanto, alla fine, non è stato possibile valutare quale sarebbe stata l'offerta migliore nell'interesse generale della Svizzera. Nel complesso, la procedura di valutazione è stata legale, ma non opportuna, ha concluso la commissione nel suo ruolo di autorità di vigilanza.