Giovani uomini, ma non solo: sempre più persone in Svizzera finiscono in ospedale a causa del consumo di cannabis
BERNA - In Svizzera, sempre più persone finiscono in ospedale per aver fumato troppo. Mentre nel 1998 si registravano circa 185 casi all'anno, nel 2020 sono addirittura 961 le persone che sono state ricoverate in ospedale a seguito di un consumo eccessivo di cannabis.
È quanto è emerso dai risultati di un nuovo studio sull'argomento, secondo cui la maggior parte dei casi riguarda persone di due "gruppi" d'età: adolescenti (tra i 15 e i 24 anni) e giovani (tra i 25 e i 44 anni). Sono inoltre più colpiti gli uomini rispetto alle donne. Tra i diversi problemi di salute mentale provocati dal consumo eccessivo si segnalano anche disturbi psicotici.
«Si tratta di risultati notevoli», commenta Philippe Pfeifer, coautore dello studio e medico presso la Clinica Psichiatrica Universitaria di Berna (UPD).
Perché si fuma sempre di più?
Pfeifer vede diverse ragioni per questo aumento dei ricoveri: «Da un lato, in Svizzera i giovani consumano cannabis con maggiore frequenza rispetto a 20 anni fa... D'altra parte, la percentuale del principio attivo tetraidrocannabinolo (detto comunemente THC) nella cannabis è aumentata notevolmente negli ultimi anni. In parte, avviene poi un arricchimento con cannabinoidi sintetici per potenziarne ulteriormente l'effetto». Il problema è che questi ultimi non sono ancora sufficientemente studiati e potrebbero potenzialmente causare danni alla salute.
Secondo l'esperto è cambiata anche la percezione e ciò gioca un ruolo importante: «La cannabis non è vista come una droga da molte persone, ma più come una sostanza per uso ricreativo o un rimedio naturale, il che abbassa la percezione del rischio». Questo fenomeno è particolarmente accentuato tra i giovani.
Come detto, tra i problemi dovuti al consumo eccessivo di cannabis ci sono anche disturbi psicotici. «Questi possono manifestarsi sotto forma di allucinazioni, deliri o stati confusionali», spiega Pfeifer. Questi sintomi possono comparire immediatamente dopo un consumo sporadico di cannabis o solo con un consumo cronico.
E la legalizzazione?
Secondo lo psichiatra Toni Berthel, che studia le droghe e la politica sulle droghe dagli anni '80, i risultati dello studio non sono contrari alla legalizzazione della cannabis. «A mio parere, i ricoveri sono dovuti anche alla mancanza di controlli di qualità sulla sostanza in circolazione». Con la legalizzazione, tale controllo potrebbe essere garantito. «I rischi di incorrere in effetti collaterali indesiderati sono minori se al momento dell'acquisto è già chiaro ai consumatori quanto sia forte la cannabis consumata».
Secondo Berthel, tuttavia, lo studio dimostra che un migliore lavoro di prevenzione deve essere fatto soprattutto con i giovani. «È importante che i giovani siano ben informati sui potenziali pericoli della cannabis».
Pfeifer accoglie infine con favore i previsti esperimenti pilota sulla regolamentazione della cannabis in Svizzera: «È essenziale che gli esperimenti pilota studino scientificamente come e dove dovrebbero avvenire la distribuzione della cannabis in futuro, il controllo degli ingredienti e quello dell'età minima per l'acquisto».