Il ritardo del volo da Tel Aviv e la coincidenza persa per Ginevra. Poi l'incubo: non possono più uscire dall'aeroporto.
KLOTEN - Un ritorno dalle vacanze da incubo per una famiglia ginevrina. Atterrati ieri a Zurigo da Tel Aviv con un’ora di ritardo, i viaggiatori non sono riusciti a raggiungere in tempo la coincidenza per Ginevra. Fin qui niente di strano, ma poco dopo sono iniziati i problemi. A causa del ritardo, la famiglia è giunta a Kloten solo intorno alle 23.30. Un orario che potrebbe sembrare normale per un aeroporto abituato a scali notturni. La famiglia invece non ha trovato nessuno responsabile dello scalo pronto ad aiutarla, tutto era chiuso.
Il padre, David Ashtmakar, si è sfogato attraverso i social: «Siamo rinchiusi in un terminal dell’aeroporto di Zurigo senza poter uscire».
La disavventura - La stessa sorte è toccata ad altre due famiglie, una delle quali con un bambino piccolo. Una disavventura che ricorda il celebre film in cui il protagonista, interpretato da Tom Hanks, si ritrova intrappolato all’aeroporto di New York.
In seguito, quando il padre della famiglia ha cercato aiuto in un sportello, non ha trovato nessuno. Tutti gli sportelli erano già chiusi. Dopo aver attraversato l'aeroporto di Kloten, finalmente la famiglia è giunta al Terminal D.
Nessun sportello aperto - Anche qui David ha trovato poco aiuto. I quattro viaggiatori (i due genitori e due figlie) provenivano da Tel Aviv, uno scalo fuori l'area Schengen, per questo motivo non potevano lasciare l'aeroporto senza passare dai controlli, che al momento erano chiusi. Ultima possibilità: il Transit Hotel. Una struttura creata proprio per casi come questi. Ma purtroppo l'hotel era già al completo.
David disperato ha infine chiamato la polizia. «Gli agenti sono arrivati attorno l'una di notte e ci hanno fatto uscire», ha spiegato il padre al quotidiano "Blick". La polizia cantonale di Zurigo ha confermato l'operazione. Gli agenti finalmente «hanno portato la famiglia nel in una struttura appropriata», ha affermato un portavoce della polizia.
La fine dell'incubo - Gli Ashtamkar hanno potuto soggiornare in un hotel vicino all'aeroporto. Una delle altre due famiglie "prigioniere" è stata però meno fortunata: la coppia voleva recarsi a San Paolo, in Brasile, con un bambino. Non avevano il visto per la Svizzera e hanno dovuto quindi dormire nel terminal.