La perdita di 132 miliardi di franchi registrata dalla BNS rende impossibile una distribuzione di contributi.
La Conferenza dei direttori cantonali delle finanze non è sorpresa. «Le distribuzioni non possono essere date per scontate. Già nel 2013 non vi fu alcun versamento».
BERNA - La mancata distribuzione di contributi alla Confederazione e ai Cantoni da parte della Banca nazionale svizzera (BNS) è «spiacevole» ma non sorprendente. Lo afferma la Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDF).
«È noto che gli utili della BNS sono soggetti a forti fluttuazioni e che le distribuzioni non possono essere date per scontate», afferma il segretario generale della CDF Peter Mischler in una presa di posizione inviata a Keystone-ATS. Già nell'esercizio 2013 non si era proceduto ad alcun versamento.
È competenza e responsabilità di ogni singolo Cantone tenere conto della situazione. In generale, si può affermare che le autorità cantonali avevano previsto una distribuzione inferiore nei loro bilanci per il 2023 rispetto agli anni precedenti. Del resto, i risultati intermedi della BNS lasciavano già presagire che un versamento sarebbe stato difficile.
In base a una convenzione sottoscritta con il Dipartimento federale delle finanze (DFF) in vigore da inizio 2021, la BNS versa un importo massimo di 6 miliardi di franchi all'anno a Confederazione e Cantoni. Esiste però un vincolo: il pagamento può essere effettuato a condizione che la situazione finanziaria dell'istituto lo consenta.
Stamattina, la BNS ha annunciato di aver registrato un risultato negativo di circa 132 miliardi di franchi nel 2022.